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Un altro "accessorio" particolare che ho iniziato, sempre per lo stesso motivo, è la pazienza per la drizza di maestra. Questa, per rompere un po' la monotonia di alcuni lavori, voglio completarla interamente, tanto che ho già realizzato le sei pulegge in ottone al tornio, che brunirò in seguito

Sono partito da un blocco unico 19x26mm disegnandomi, con le adeguate misure, tutte le cavità in cui alloggeranno le pulegge; queste sono cinque, più una sesta esterna



Le cinque cavità le ho eseguite con la fresatrice, prima da un lato, poi dall'altro per due motivi: il primo perchè non ho una fresa da tre millimetri lunga a sufficienza per lavorare fino in fondo, e poi perchè, lavorando solo da un lato, con una fresa lunga e sottile il lavoro non sarebbe preciso


La rifinitura delle cave ovviamente l'ho fatta con lima sottile



Qui, l'insieme con le sei pulegge che hanno un diametro di 19mm

Ciao Giampiero, una domanda tecnica: il maimone per la scotta di gabbia che stai allestendo ha un piede solo! E' un particolare di quella barca oppure è generalmente così? Questo perchè nel mio posto di combattimento Mantua ha i piedi separati. Nella mia ignoranza suppongo che con i piedi uniti, prima di poggiare sul baglio, possa essere più stabile! E' così? Quindi quello realizzato da Mantua è sbagliato?
Grazie.
Ciao
OLI

Su questo modello, il maimone della scotta di gabbia ha questa forma, con i bracci di sbieco, per evitare l'ingombro della lancia quando questa viene alata. Il suo piede poggia su un baglio del primo ponte ma i bracci calettano un baglio del secondo ponte.

Non so dirti se il tuo modello sia errato: bisogna tener conto probabilmente delle diverse epoche e dell'evoluzione che vi è stata...

Ho iniziato a dar forma alla pazienza; sembrava un lavoretto semplice: mi ha impegnato per quasi tutta la mattinata e devo ancora rifinire!





Da notare la piccola scanalatura per l'alloggiamento del cerchiaggio metallico in testa

E' una vera scultura, hai davvero un'ottima mano col legno....
Unica cosa che mi convince poco, scusa se mi permetto, è la scelta di usare un legno diverso e così diverso nel colore, per l'assito dei pavimenti. Forse sono condizionato dai lavori che vedo in ammiragliato ma sono sempre stato colpito proprio dalla monocromaticità, pur cosi diversa da un pezzo all'altro, conseguente all'uso sempre e solo dello stesso legno. L'aver usato un'essenza così chiara e così diversa dal resto, pur ammirando come sempre l'esecuzione, mi lascia un po' perplesso.
Rimane il fatto che sono sempre più affascinato dal lavoro che stai facendo, vorrei solo aver l'occasione di vederlo dal vero.
Un salutone
Roberto

Ciao Roberto, non faccio più complimenti a Giampiero perchè superflui!
Piuttosto per la diversità dei legni e quindi il fatto di vedere una costruzione navale monocromatica non sono d'accordo.
Ogni particolare di una barca deve essere fatto con il legno adatto.
Per esempio per la gondola vengono impiegati ben otto tipi di legno, ogni tipo ha la sua caratteristica: il rovere perché molto duro e reperibile in tavole che superano i 14 metri, l’olmo perché è elastico e ottimo per fare i sancòni (ordinate), l’abete perché leggero e resistente in acqua salata (per l'acqua dolce sarebbe più adatto il pino), il ciliegio perché si può curvare con il fuoco, il larice perché resinoso e, con un preventivo trattamento di stagionatura, dura moltissimo, il mogano perché per fare le tavole di prua è adatto in quanto si trovano tavole larghe e prive di nodi, il tiglio utilizzato per i socheti di poppa e prua perché non si altera con le escursioni termiche, il noce che data la sua duttilità, se bagnato, favorisce la messa in opera di rifinitura.
Ora per i galeoni non ho alcuna pratica ma sono sicuro che di tipi di legno ne usavano a iosa!
Dove e come non saprei dirti.
Speriamo che qualcuno la sappia.
Ciao
OLI

Il discorso dei vari tipi di legno usati a seconda delle necessità è molto valido, sopratutto in costruzioni così complesse come erano i vascelli da guerra: ogni particolare era costruito per poter rendere al meglio e quindi era necessario usare legnami con le opportune caratteristiche.

Nei nostri modelli, questo non è necessario, ma bisogna in qualche modo appagare anche il piacere di chi costruisce: la mia, in primis, è stata una scelta di gusto, mi piace molto il contrasto, poi, come credo di aver spiegato, per diversificare la struttura portante del ponte dal normale tavolato: le corde, con l'enorme lavoro che c'è sotto in pero, come bagli e baglietti, con tutte le calette per l'incastro sui bagli, sono componenti importanti nella struttura, e per questo le ho voluto differenziare; in fondo, il modellismo d'arsenale è anche un po' didattico


Intanto ho verniciato la pazienza e brunito la "ferraglia" prevista, compresa la chiave per inchiavardare il perno ed impedirne che questo si sfili.
Fare il foro per la chiave non è stato affatto facile: ho fatto due fori con una punta da 0,8mm e poi, lentamente, con una lima ad ago ne ho ricavato una fessuretta.
Da notare, la "testa" del perno, tornita a parte, forata a 2mm sull'asse per alloggiare il perno stesso





Qui il particolare dell'incavigliatura della galloccia aggiuntiva. Il cerchiaggio è solo poggiato per la foto, sarà poi saldato e brunito

Ciao Giampiero, alla scala 1/24 è un piacere lavorarci, è veramente un bel lavoro quello che stai facendo.
vinicio

Ciao Oli leggendo il volume del 74 cannoni sembra che all'epoca veniva usato molto il legno di quercia di tre qualità diverse per le strutture dello scafo, l'olmo per bozzelli, ruote e sale d'affusto e maschette per alberi bassi ed è un legno che si conserva bene sott'acqua, pioppo solo per le sculture, faggio per i barili da farina,remi, e tavolame di carena ma corrode molto i perni e chiodi in ferro, legnosanto per le pulegge e bozzelli come anche il bosso e il leccio per farne i perni alle pulegge ai bozzelli. Noce usato solo per gli arredamenti e il castagno utilizzato in botterìa. E' un discorso molto vasto per quanto riguarda il legname che va dall'accrescimento alla classificazione all'abbattimento in determinati periodi dell'anno e a luna calante, se veniva tagliato a luna nuova era soggetto a tarli e alterazione dell'alburno e anche la conservazione era molto importante. Come vedi è un discorso molto vasto che si potrebbe approfondire in topic apposta. Leggo questo volume del 74 cannoni e mi accorgo di quanta manovalanza e materiali ci voleva per un vascello figuriamoci per una flotta.
vinicio

Bravo Vinicio, grazie dell'informazione.
Non sono in grado di condurre un topic specifico, ma se qualcuno lo vuol fare ed altri ad approfondire ben venga!
Io potrei solo dare qualche spunto!
Ciao
OLI