Ciao Rodolfo, si è proprio la Aretusa, ti lascio la prossima nave n°78. vinicio
Breve storia:
L‘Aretusa (5304), nave idro-oceanografica, è stata consegnata alla Marina Militare il 10 gennaio 2002 Italiana dal cantiere Intermarine S.p.A., unitamente a Nave Galatea (5308), seconda Unità classe “Ninfe”. L’Unità, dalla peculiare architettura a catamarano, è interamente realizzata in materiale composito FRP (Fibre Reinforced Plastic). La nave e’ stata concepita per condurre attività idro-oceanografiche che si concretizzano nella realizzazione di rilievi portuali, costieri e d'altura attraverso operazioni di: •Scandagliamento •Ricerca dei minimi fondali •Topografia della linea di costa e delle opere portuali •Determinazione della natura del fondo marino •Raccolta di informazioni geografiche nautiche finalizzate all’aggiornamento della documentazione nautica •Individuazione di scafi affondati o di ostacoli sommersi pericolosi per la navigazione
I dati raccolti sono controllati e valorizzati tramite l’utilizzo di software dedicati. I rilievi effettuati consentono all’Istituto Idrografico della Marina la produzione di: •Cartografia Nautica tradizionale ed elettronica per la sicurezza della navigazione. •Cartografia Militare. •Documentazione nautica, tecnica e scientifica utile per i naviganti.
La leggenda e il mito narrano di Aretusa come la più bella fra le Ninfe dell’Arcadia, amatissima da Diana che era solita condurla con se nelle sue battute di caccia, e la più abile di tutte nell’arte di tender le reti. Tornava, ella, un giorno, al calare del sole, da una battuta ardua e difficile, contro i mostri rapaci delle Paludi stinfalie. Era stanca ed arsa, e neanche un alito di vento temperava i calori di quel giorno caldo e afoso. Un limpido fiume scorreva nei dintorni e Aretusa staccatasi dalle compagne, volle fare un bagno e, scivolata che fu tra le onde trasparenti, si lasciò lambire ed avvolgere dalle fresche acque. Fu cosi che la scorse il dio Alfeo, figlio di Oceano e Tetide, che se ne innamorò perdutamente; a tal punto che, avvicinandosi cauto, provò a ghermirla. Ma Aretusa se ne accorse e fuggì, dice la leggenda, come una “cerva inseguita”. Corse per monti e per valli corse senza mai voltarsi e senza mai ascoltare le ardenti preghiere di lui, che, incalzandola, stava quasi per raggiungerla. Ma Diana, a cui Aretusa si era consacrata, per salvarla la trasformò in una limpida fonte e la trasportò fino a Ortigia (nei pressi di Siracusa). AIfeo pianse lacrime ardenti di folle dolore e Venere, che degli amanti e’ la patrona, lo volle aiutare. Ne fece un fiume, ricco d'acqua e di forza impetuosa, come l'amore che, per la bella Aretusa, egli sinceramente nutriva. Lungo vie sotterranee, non visto, e per gli abissi profondi del mare, lo spinse affettuosa fino a quando non mescolò le sue acque con quelle della fonte Aretusa, anche lei stanca di viver sola, unendo cosi entrambi in una gioia senza fine. Altre unità della marina che hanno portato il nome Aretusa: •Torpediniera da 1000 tonnellate della classe Partenope costruita nel 1889 presso i Cantieri Navali Orlando di Livorno. Svolse principalmente, come le altre unità della classe, servizio di stazione nelle nostre colonie in Mar Rosso e Mediterraneo Orientale. Termino la vita operativa a Massaia nel 1912 dove presto l’ultimo servizio come Nave Guardia Porto e nel 1918 venne radiata dal servizio. •Torpediniera della Classe Spica, serie Alcione costruita nel 1938. Sopravvisse al II° Conflitto Mondiale al termine del quale ne venne modificato l’armamento per essere trasformata in Fregata Antisommergibile (FF 556). Venne radiata nel 1958.
fonte Marina Militare
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