A Tutti un saluto e buona domenica non vado molto un giro per forum di navimodellismo ma devo dire in tutta onestà che come si sta sviscerando l'argomento non l'ho visto neanche in forum più titolati. E assume un valore più alto considerando che in buona parte vi sono modellisti che lavorano con kits. Se ogni elemento della nave verrà discusso nella stessa maniera potremo scrivere noi tutti un libro sulla architettura e ingegneria navale come non è stato mai scritto. A chi rispondo per primo? faccio a ritroso! @ Sandro solo di recente, in altro sito, ho avuto occasione di ammirare il lavoro che stai facendo con la tartana inglese. Complimenti! Circa il balordo che ha detto che non ha valore modellistico o storico, la persona in questione è molto ben conosciuta in altri luoghi. Veniamo al dunque. I cannoni più potenti avrebbero avuto un migliore utilizzo se posti sul ponte di coperta: battere il bersaglio da una maggiore altezza. Ma in un altro mio precedente post ho fatto un esame, approssimativo, dei pesi che gravano sul ponte di batteria. Di questi pesi i 28 cannoni da 36, circa 120 tonnellate, ed i relativi serventi, circa 12 per cannone, rappresentano una percentuale notevole. Avere un tale peso sulla coperta significa avere una nave molto instabile. Quindi il ponte di batteria. Visto che tra i vari compiti del bolzone vi è pure quello della riduzione del rinculo sarebbe stato ovvio aumentare la curvatura, commettendo un grave errore. Più il ponte è curvo e più la forza di rinculo si scarica sul fasciame del ponte. Se per assurdo subito dietro il cannone avessimo il ponte verticale il cannone andrebbe a schiantarsi contro il fasciame , sfondandolo. Con la curvatura che invece veniva data si avevano già svariati vantaggi: un convogliamento verso il trincarino dei liquidi e degli oggetti rotolanti, un aiuto a ridurre gli sforzi di rinculo, che venivano in massima parte frenati dalla braca e dall'attrito delle ruote sui loro perni, e una certa agevolazione, per i serventi, nel riportare li cannone in batteria. Senza contare il suo contributo strutturale. Circa il fatto che più si saliva e più aumentava la curvatura, e qui sono considerazioni mie personali ( ma non fantasie), la cosa si può spiegare per due diversi motivi: la prima che più si va verso l'esterno più possibilità si hanno di imbarcare ondate e la necessità di doverle smaltire al più presto; il secondo motivo potrebbe essere che più un baglio, caricato, è curvo e maggiore è la spinta verso l'esterno. Se poi consideriamo la spinta del mare posizionata, e concentrata, all'altezza del ponte di batteria avremo delle forze per dei bracci, in pratica delle coppie resistenti. @Giovanni smettila con l'università e i professori universitari. Altrimenti ti faccio conoscere alcuni professori ed universitari rispetto ai quali tu ti sentiresti un vero super genio. La matassa si sta pian pano dipanando. Se in te c'è qualche dubbio è solo forse perché guardi i singoli elementi separatamente: prova a guardare il tutto del suo insieme. @Pippo tu ti lamenti che coloro che intervengono nella discussione sono pochi e sempre gli stessi. Se pensi che l'argomento che stiamo trattando è puramente storico-teorico e guardi il numero di visite, 1300 (milletrecento) circa, di gran lunga superiore ad argomenti puramente modellistici viene da pensare che qualcosa nei modellisti sta maturando e continuare con altri argomenti ne vale la pena. Coloro che non intervengono magari lo fanno perché credono che un loro intervento possa essere fuori luogo, oppure che non sono sufficientemente addentro, e si limitano solo a leggere ed conoscere. Non è detto che siano degli scrocconi. Noi due abbiamo consumato gli occhi sui libri, siamo andati a rompere gli attributi a tantissime persone considerate pietre miliari nella storia navale. Se non siamo andati a rompere a Morel-Fatio e l'ammiraglio Paris è stato solo perché erano già defunti quando siamo nati. Grazie alla nostra faccia di bronzo, anzi di "ntagghiu" (pietra vulcanica compatta, basalto) ne abbiamo conosciuta gente preparata. Qualcuno cita Boudriot quale unico autore conosciuto, addirittura qualcuno si chiede se abbia sembianze umane oppure divine, invece tu, se non ricordo male, lo hai avuto ospite a casa tua. Non tutti hanno la nostra faccia ed in nostro carattere. Cerchiamo di essere più benevoli. @Antonino scusami se ti ho lasciato per ultimo, ma ultimo non sei proprio per quanto hai esposto precedentemente. So che sei un tecnico abituato ad esaminare attentamente le questioni ma temo che tu ti sia fare fuorviare da alcuni elementi: la presenza dei puntelli, dal fatto che non hai tenuto conto che siamo in presenza di un fluido, con i suoi princìpi, e dal fatto che hai messo insieme contemporaneamente, o separatamente a secondo il punto di vista, costole e baglio. Vedo con dei disegni allegati di darti dei numeri (non mi sarà difficile perché negli ultimi tempi sto dando veramente i numeri). Tieni comunque conto che quanto segue è molto, ma molto, semplificato. Nella figura scafo-arco puoi notare che la spinta dell'acqua( fig1) è in tutti i punti PERPENDICOLARE allo scafo. Lo scafo tende a chiudersi verso l'interno ruotando attorno alla chiglia-chiave di volta. La catena-baglio lavora a compressione. Nella fig 2 lo stesso arco, ma in aria, e che sostiene muratura è soggetto a spinte VERTICALI. In questo caso l'arco tende ad aprirsi verso l'esterno ruotando attorno alla chiave di volta, non rappresentata. In questo caso la catena lavora a trazione per cui può anche essere sostituita pure da un cavo di acciaio o un tondo di dimensione sufficiente. Circa i puntelli dei bagli questi servono innanzi tutto per ridurre la luce libera con la conseguente riduzione della sezione trasversale del baglio stesso. Ed infine i numeri. Nei due fogli bagli 1 e bagli2 ho rappresentato 4 bagli con diverso bolzone ma sempre con lo stesso carico ed uguale luce ( lunghezza orizzontale): Fig 1/1 luce 10 metri, bolzone 30cm, carico verticale F 10000kg, angolo della tangente del semiarco 3°: Il valore della spinta contro le murate è dato da F x sen 3°= 10000x0,0523 = 523 Kg da dividere per 2 (estremità del baglio). La lunghezza dell'arco è 10,024 metri.
Fig 2/1 luce 10 metri, bolzone 40cm, F 10000, angolo 5°. F sen 5° = 10000x0,087 = 870 kg. Come sopra. Lunghezza arco 10,043 metri
Fig3/1 tutto come sopra ma con un bolzone di 50cm ed un angolo che sale a 6° per cui avremo F x sen 6° = 10000 x0,10= 1000Kg, lunghezza arco 10,067 metri.
Fig 4 come sopra , bolzone 60cm angolo 7° (sen 0,12). forza risultante 1200Kg. lunghezza arco 10,096metri. A questo punto è facile trarre delle conclusioni. Sul fatto che per il bolzone venisse presa come misura il piede del re, e non un'altra parte, del corpo, vi risparmio la battuta. @Sandro mentre scrivevo questo romanzo Pippo ti rispondeva. Puoi notare che diciamo la stessa cosa. antonio b
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