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Lunedì 11 Maggio 2009: altre cinque immagini della Santìsima Trinidad. Certo che la differenza di colore dei listelli in ramin del ponte si vede e come. Col senno di poi avrei dovuto estrarre tutti i listelli forniti nei diversi fascicoli e intervallarli in modo tale da distribuire i diversi colori invece che trovarmeli concentrati più o meno nella stessa zona. Dalle immagini del modello finito su questo ponte verranno immagazzinate delle botti e dei pacchi e forse qualche altro particolare che potrò inventarmi, vedrò quindi di distribuirli in modo da minimizzare l'effetto dei listelli. Comunque il legno è legno ed è una materia viva, come dice un nostro collega, e la cosa può anche essere, secondo questa filosofia "naturalistica", accettata. Chissà cosa ce ne erano sulla nave vera.

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Di particolare interesse (per me per tutto il lavoro fatto nel sottoponte), sono queste ultime quattro che mostrano, per quel che è possibile, la struttura dei bagli.
Ripresa dalla zona poppiera . . .

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E prodiera . . .

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Un tentativo non molto riuscito di macro . . .

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E infine una ripresa più tradizionale, visto che un'esposizione macro e flash insieme non vanno molto d'accordo . . .

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Per questa volta è tutto. Adesso incomincia un'altra fase con la costruzione del piano e del ponte successivo. Può darsi che passi qualche giorno anche perchè a breve dovrò andare da mia figlia a Pisa per qualche giorno. Cordialmente. Jack.Aubrey

Martedì 12 Maggio 2009: in attesa della telefonata da parte del tapezziere per l'installazione delle tende sul balcone, telefonata che mi avrebbe fatto prendere l'auto e partire per Pisa, mi sono rimesso al lavoro sullo spaccato della Santìsima Trinidad.

Come anticipato ho iniziato i lavori che porteranno all'installazione di un altro ponte, il cosidetto "lower gun deck" in inglese, quello che ospitava i pezzi più pesanti. Sulla Santìsima Trinidad questo ponte sosteneva i cannoni da 36 libbre in numero di 30, a Trafalgar 34.

Le immagini qui sotto documentano il lavoro fatto oggi con la listellatura delle fiancate interne fino ai bagli del ponte in questione.

Nelle prime tre immagini è possibile inoltre osservare che ho installato, in via provvisoria, dei rinforzi alle due costole. Fin dall'inizio sono stato ossessionato dalla fragilità di questi quattro pezzi e dell'enorme rischio di rottura che si corre a lasciarli liberi. I due rinforzi sono fissati con due puntini di colla cianoacrilica e potranno essere rimossi a tempo debito con una leggera pressione.

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Ancora due tentativi di macro in cui ho deciso che dovrò imparare la messa a fuoco manuale, visto i risultati qui sotto ottenuti in automatico.

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Alla prossima puntata. Un cordiale saluto da Jack.Aubrey

Mercoledì 13 Maggio 2009: arrivato al livello dei bagli del "lower gun deck" nella parte interna, ho potuto a questo punto procedere con il fasciame esterno. Secondo le istruzioni della DeA dovevo incollare un certo numero di listelli di sapelli 2 x 5 per ogni lato dello scafo. Lavoro semplicissimo, che mi sono messo a fare con incredibile rilassatezza e precisione.

Ma più che per il lavoro svolto, ben poco per la verità, questo messaggio vuole sottolineare due importanti aspetti.

Il primo aspetto è legato al famoso olio di legno che ho presentato qualche giorno fa. Tutte queste immagini mettono in evidenza la enorme differenza che c'è nel colore prima e dopo l'applicazione dell'olio.

Ma c'è un altro aspetto, o meglio una positiva novità, legata all'uso di questo prodotto . . .
Ormai sono passati circa cinque/sei giorni da quando ho utilizzato questo olio per la prima volta. Quando l'ho applicato ho scoperto che c'erano alcuni punti dove non avevo rimosso molto bene la colla. Di solito utilizzo uno straccio in microfibra umido che passo sul legno per togliere la colla in eccesso immediatamente dopo avere incollato il pezzo. Come tecnica funziona abbastanza bene e la successiva carteggiatura, anche se leggerissima, fa si che non rimanga traccia di colla. Ebbene, quando ho passato sul legno l'olio, nei punti dove la colla non era sta rimossa bene, si è subito notato che l'olio non penetrava bene nei pori. Anche se si vedeva poco, la cosa comunque si notava.

Ebbene: a distanza di alcuni giorni ho notato che questo olio, che ha una capacità di penetrare per capillarità nei pori del legno eccezionale, non potendo entrare dalla porta è, per così dire, passato dalla finestra, cioè, capillarmente è passato di fianco dietro allo strato trasparente di colla e ha quindi impregnato e colorato il legno sottostante la colla.

Risultato: Il segno della colla è diventato invisibile, con sommo gaudio del sottoscritto. Quando si parla di qualità nascoste . . .

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Il secondo aspetto emerge osservando attentamente la foto che segue. Arrivato a questo punto con l'applicazione dei listelli di fasciame sulla parte esterna del modello, lo scaletto non va più bene. Colpa mia che non ho tenuto conto che con i listelli incollati la larghezza dello scafo aumentava. Avrei dovuto tenerne conto e progettare lo scaletto più largo con la possibilità di ridurre la larghezza all'inizio attraverso un paio di listelli provvisori incollati o sullo scaletto o sulle costole.

Comunque ormai è troppo tardi e, visto che questo oggetto è stato per me un aiuto notevole per la messa in opera della struttura, e lo sarà anche in futuro, dovrò rifarlo con le nuove misure. Ne approfitterò per fare alcune modifiche che ho in mente.

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Alla prossima occasione. Un cordialissimo saluto. Jack.Aubrey

Giovedi 14 Maggio 2009: ho fatto alcune aggiunte al modello come da istruzioni e poi ho passato un'altra mano di olio su tutte le parti nuove e anche quelle vecchie. Oggi sono in procinto per partire per Pisa per 4-5 giorni e quindi niente modellismo. Nel frattempo l'olio penetra ed asciuga. Al mio ritorno tutto pronto per riprendere.

Dimenticavo. Ho fatto alcune sperimentazioni per la costruzione delle finestre dei cannoni, il metodo proposto dalla DeA non mi piace molto. Inoltre non voglio assolutamente utilizzare le cornici e i portelli in metallo. Ho elaborati in alternativa tre diversi metodi per costruire le finestre. Alla fine sceglierò quello che mi sembrerà il migliore.

A risentirci. Jack.Aubrey

Sabato 23 Maggio 2009: la mia calata in Toscana era prevista per un 4-5 giorni, invece la cosa si è prolungata ed al momento sono ancora qui a Calci, provincia di Pisa, a casa di mia figlia. Dopo aver passato i primi giorni a lavorare per sistemare il balcone con delle tende nuove, vasi di fiori, tavolino da esterno ho deciso che mi meritavo un pò di relax.

Se vi interessa vedere il balcone come è venuto, di rinvio al sito http://s619.photobucket.com/albums/tt27 ... e%20Calci/

A risentirci a presto. Jack.Aubrey

Mercoledì 3 Giugno 2009: dopo il mio ritorno dalla Toscana ho avuto un altro guaio che non mi ha permesso di continuare con regolarità a questo lavoro. Solo negli ultimi 3 giorni ho avuto il tempo e sopratutto la testa per riprendere questo modello.

Come avevo scritto prima di interrompere avevo passato una nuova mano di olio per legno su tutto il modello. Dopo più di 10 giorni esso era perfettamente asciutto e opaco. Quindi mi sono messo all'opera per applicare il fasciame al ponte più basso di batteria (in inglese lower deck).

Come al solito il fatto che i listelli 3 x 1 in ramin distribuiti in diversi fascicoli dalla DeA non avessero tutti lo stesso colore mi ha obbligato a fare una considerazione ulteriore: ho concentrato quelli più chiari e simili di colore nella parte centrale del ponte e ho applicato quelli più scuri (tra l'altro più belli) alle due estremità, in modo perfettamente simmetrico. Le due immagini che seguono mostrano il risultato ottenuto.

Chiaramente questo è un problema ricorrente con le pubblicazioni della DeA e uno dei motivi per cui non ho ritenuto il caso di ripetere l'esperienza con l'ultima nata USS Constitution. Tornando alla cross section, ho accettato questa "soluzione" giusto perchè considero questo progetto un simpatico allenamento per la costruzione di una sezione ben più impegnativa che ho in mente, altrimenti sarei andato in un negozio di modellismo a prendere materiale più serio.

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Le due immagini che seguono sono invece una mia personalizzazione alla parte sottostante il ponte di batteria. L'idea non è nuova ma riprende con le stesse modalità quanto fatto per il ponte inferiore. In pratica ho simulato ulteriori bagli che vanno ad aggiungersi, una volta incollato il ponte, ai tre bagli principali previsti dalle istruzioni della DeA. Come dissi allora una specie di finto stile ammiragliato per rendere più credibile il tutto.

Alla fine di tutto il lavoro (circa 6 orette suddivise in tre/quattro sessioni) ho applicato anche qui l'olio di legno e messo il tutto ad asciugare.

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Per ultimo ho preparato questo pezzo che dovrebbe costituire un soppalco appeso sotto il ponte inferiore ove riporre merci e attrezzature del veliero. Le sue dimensioni reali sono molto più piccole che in questa fotografia.

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Nella prossima puntata il resto delle immagini che documentano il lavoro svolto successivamente. Un salutone. Jack.Aubrey

Venerdì 5 Giugno 2009: in un paio di sessioni di un paio d'ore ciascuna ho preparato e verniciato di arancio le colonnine che reggono i bagli del ponte inferiore e del primo ponte di batteria. La prima fotografia qui proposta completa l'ultima del messaggio precedente mostrando il soppalco in posizione rovesciata.

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Le successive quattro immagini mostrano invece il ponte di batteria fissato definitivamente allo scafo (o meglio alla sezione) e sopratutto, da diverse angolazioni, le colonnine di sostegno.

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Notare l'effetto "admiralty" dei bagli sotto il ponte di batteria. . .

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In quest'ultima immagine si nota la mancanza delle colonnine sotto il ponte inferiore nel lato a prua in quanto in questa zona deve prima essere fissato il soppalco. Comunque sono già pronte.

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Un particolare sulle colonnine di sostegno. Le istruzioni DeA forniscono un metodo di preparazione che non ho potuto utilizzare a causa del colore scuro del legno da me utilizzato in sostituzione di quello proposto (il solito ramin 4 x 4). La soluzione DeA faceva costruire delle colonne di forma ottagonale (ad eccezione delle estremità), io le ho invece fatte diventare completamente rotonde. Il motivo ? Il colore del noce da me utilizzato era così scuro che non riuscivo a vedere bene quello che producevo, quindi i lati dell'ottagono venivano di dimensioni diverse e questo stava male. Ho preferito la forma rotonda, che tra l'altro credo fosse quella più utilizzata per questi scopi.

Per oggi è tutto. Un cordiale saluto. Jack.Aubrey

Sabato 6 giugno 2009: anche ieri ho potuto lavorare un paio di ore al modello della sezione e mi sono dedicato ad applicare il fasciame, listelli in sapelli 2 x 5, nella zona esterna dello scafo fino ad arrivare al punto in cui si posiziona il primo incintone.

Ho potuto terminare solo un lato perchè nel frattempo è successo un fatto che temevo da tempo: durante la manipolazione per incollare un listello, ho inavvertitamente rotto uno dei quinti che danno la forma allo scafo. Si è trattato di una rottura facilmente aggiustabile ma il fatto mette in evidenza l'estrema fragilità di questo particolare. Primo perchè è ovviamente di una forma fragile e, secondo, perchè il compensato con cui è fatto è proprio troppo, troppo tenero e non è per nulla robusto. Se al suo posto si fosse utilizzato un bel compensato 5 strati di betulla la resistenza sarebbe sicuramente stata almeno dieci volte superiore.

Occhio quindi a procedere con la massima delicatezza o trovare una soluzione che possa rinforzare il particolare fino a quando non si applica, salendo dal basso, almeno un lato del fasciame e i bagli. Sto pensando a qualche cosa ma purtroppo non è possibile una soluzione generalizzaa in quanto la forma del rinforzo muta con il procedere del lavoro.

Un secondo problema è poi emerso: lo scaletto di montaggio che avevo preparato ora non va più bene. Le misure iniziali erano fatte sulla dimensione esterna dei quinti, di conseguenza, man mano che venivano applicati i listelli 2 x 5 del fasciame esterno, la larghezza dello scafo aumenta. Arrivato all'altezza di metà scafo, ora questo non entra più nello scaletto, che dovrà quindi essere modificato in larghezza . . . . di poco, solo 4 centimetri, ma senza questa modifica sarà impossibile avere le "performance" dello scaletto fino a qui utilizzato (base stabile, fissabile al tavolo con un morsetto, ecc).

E, per finire, inizia un altro bel problema: se si seguono le istruzioni della DeA si costruirà la prima linea di portelli del ponte inferiore di batteria, poi si metterà il ponte di batteria intermedio, la seconda linea di portelli, e così via fino all'ultimo ponte. In questo modo si finisce lo scafo abbastanza velocemente (risolvendo nel contempo anche il problema dei quinti fragili) ma poi diventa impossibile inserire e collegare in modo "serio" i cannoni dei ponti coperti. Per modo serio intendo dire: applicare al cannone e ai ponti anche tutte le manovre per il suo utilizzo, bozzelli, ganci, cordame e magari la scorta di palle di cannne.

Diventa quindi necessario, se si vogliono installare i cannoni correttamente, modificare la sequenza di lavoro. Prima di passare al ponte intermedio sarà obbligatorio installare i quattro cannoni presenti sul ponte in modo definitivo. Solo a questo punto si potrà procedere al ponte successivo.

Per questa volta niente immagini, non c'è molto da mostrare rispetto alle precedenti. Cordialmente. Jack.Aubrey

Mercoledì 10 Giugno 2009: dopo una piccola pausa di riflessione ho ripreso l'attività sulla Cross Section della Santìsima Trinidad. Sostanzialmente ho dovuto riflettere, prima di agire, su due principali aspetti:

- il nuovo scaletto, che dovrebbe andar bene d'ora in avanti fino alla fine del modello (almeno lo spero)

- il sistema di costruzione delle finestre dei cannoni, che avevo a suo tempo studiato in più soluzioni, arrivando alla scelta che vedrete qui di seguito descritta, sostanzialmente abbastanza diversa da quella suggerita dalla DeA.

Veniamo allo scaletto. Come quello precedente, andato in soffitta, ho utilizzato compensato multistrato di pioppo di mm. 8 di spessore, largo cm. 10. Ho ricopiato su un foglio di carta la forma esterna dello scafo, che era stato in precedenza completato con il fasciame esterno fino ad installare i primi due listelli in noce 4 x 4 dell'incintone più basso. Con le nuove misure ho poi provveduto a tagliare correttamente e ad assemblare la base e le due fiancate, incollate alla giusta distanza tale da far poggiare lo scalino dell'incintone sulla faccia più alta dello scaletto.

Sulla base, esattamente al centro, sono stati incollati due listelli 6 x 6 per contenere la chiglia e due fermi in legno per impedire che il modello si muova nel senso della profondità verticale. Come il precedente lo scaletto può essere fissato al tavolo di lavoro con un morsetto. Il modello, una volta inserito, non si muove assolutamente. Per estrarre il modello basta sollevare il tutto. Per il momento va bene così. eventuali modifice secondo necessità che per ora non riesco ad immaginare.

Due immagini dello scaletto ripreso da due diverse angolazioni.

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Le prossime due immagini mostrano il modello inserito nello scaletto e mettono in evidenza come esso poggi su di esso con la parte inferiore dell'incintone, che è sporgente rispetto al fasciamo sottostante di due millimetri, rimanendo così bloccato, nello stesso modo, su entrambi i lati.

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Incidentalmente in queste ultime due immagini potete intuire anche l'argomento del prossimo messaggio. Un cordiale saluto. Jack.Aubrey.

Giovedì 11 Giugno 2009: con questo nuovo messaggio passo ad approfondire il secondo argomento anticipato ieri.

Per prima cosa però un'ultima immagine dello scaletto che mostra il modello inserito con tutti i punti di appoggio visibili.

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Ed ora veniamo all'argomento delle aperture per i portelli dei cannoni.

Il sistema proposto dalla DeA non è di mio massimo gradimento. Avendo costruito anche il modello intero della Santìsima Trinidad ricordo ancora con orrore il lavoro necessario per preparare i portelli a suo tempo proposto. In particolare non potevo sopportare l'idea di ritagliare le aperture con un cutter (o tagliabalsa) operando su listelli di legno (per quanto tenero) di 5 x 2. Anche per la sezione della Santisima Trinidad viene proposto un metodo quasi simile, che prevede l'uso del cutter nello stesso modo. Come per un'altra mia opera, non ancora ultimata, ho voluto sperimentare una soluzione differente.

Quindi ho predisposto, utilizzando il cartamodello inserito tra il materiale DeA, una struttura (invisibile una volta terminato il fasciame) costituita da listello in tiglio da mm. 7 x 6 (7 mm. è la larghezza del quinto) come è visibile nella foto qui sotto proposta. Partendo da destra, le aperture per i portelli sono la prima e la terza.

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Quindi ho provveduto ad installare i listelli di fasciame 2 x 5 sulla parte esterna dello scafo, avendo cura di ritagliarli con la massima precisione in modo da lasciare poco materiale da asportare con una limetta ad ago (questa operazione non è ancora stata fatta).

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Infine un'ultima precisazione. Tutte le parti nelle foto colorate in rosso non saranno praticamente visibili a modello terminato. sopra il fasciame esterno verrà applicato un'altro strato di listelli 2 x 5 o 4 x 4 (incintoni).

Ho quindi pensato di fare una prova di colorazione.

Premesso che avrei intenzione di colorare le fasce in rosso, come sembra fossero nella realtà sulla Santìsima Trinidad durante le guerre napoleoniche, ho provato a tingere il materiale utilizzato (listelli in tiglio 2 x 5 e 7 x 6) con un colorante per legno (tipo mordente tanto per intendersi) color rosso, acquistato presso un negozio tipo Castorama/Bricocenter a Pisa.

Il risultato è molto ben valutabile dalle immagini. A me sembra ottimo anche se particolarmente vivace. Ma credo che applicando l'olio per legno usato per gli altri particolari (e questa prova verrà fatta molto presto) il tutto assumerà un colore più spento e cupo, proprio come lo vorrei io. Speriamo bene.

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Con questa soluzione, che credo adotterò pienamente, è necessario però porre attenzione estrema all'utilizzo della colla.
Al momento dello scatto delle fotografie qui mostrate il fenomeno non si era ancora manifestato, ma il giorno successivo ho notato che dove avevo utilizzato della colla al cianoacrilato al posto dell'alifatica (quattro pezzetti di legno quasi invisibili) e pur avendo carteggiato ben bene il tutto, il colorante non veniva assorbito dal legno e quindi si sono manifestate delle parti più chiare, quasi bianche. La colla alifatica invece (ovviamente carteggiata ben bene) non ha creato questo fenomeno. Quindi un altra importante esperienza per il futuro.

Cordiali saluti alla prossima. Jack.Aubrey