Altra artiglieria navale veneziana.
Faccio presente che le petriere, almeno quelle veneziane, furono utilizzate per molto tempo dopo il XVI secolo tanto da ritenere che si abbia avuto una standardizzazione di forme e calibri destinata, con lievi modifiche, a durare fino alla prima metà del XVIII secolo, tanto che il Boudriot ha pensato di installarle sulla Belle che in effetti è stata partorita nella seconda metà del secolo successivo.
Faccio presente inoltre che René Cavelier Signore de la Salle parti dal porto di La Rochelle, in Francia nel luglio del 1684, diretto al Golfo del Messico.
Le altre tre navi erano: Le Joly vascello a tre alberi dotato di 34 cannoni, L'Aimable era un flauto adibita al trasporto , la Sant-Francois un ketch, piccola imbarcazione a due alberi. Se il Boudriot ha ritenuto di poter dubitare sulla presenza dell' artiglieria sulla Belle facile che avesse pensato che bastavano i cannoni della Joly.
C'è però da sottolineare che gli spagnoli a suo tempo recuperarono "numerosi cannoni di marina (senza però specificare di che natura fossero n.d.r.) e attrezzature della nave, non potendo però recuperare il carico sommerso delle stive". Pag 22 della monografia
In base a questa asserzione sembrerebbe che I cannoni recuperati fossero installati sul ponte.
Di conseguenza la Belle avrebbe dovuto essere armata.
L'utilizzo di cannoni ad avancarica (3 libbre) è possibile solo sparando da un bordo, dopo aver sgomberato il ponte amarrando la scialuppa, spostando il ricambio degli alberi sul bordo opposto e svincolando dal interno della murata i cannoni piazzandoli dopo averli caricati nei sabordi. Mi sembra un operazione abbastanza intricata e ferruginosa.
L'utilizzo di cannoni a retrocarica mi sembra una supposizione più inerente alla realtà, in quanto non abbisognano di movimentazione sul ponte e quindi tutte le strutture ivi postate non debbono essere rimosse ed i cannoni possono essere già postati davanti ai propri sabordi ovviamente chiusi.
Sorge il dubbio se cannoni a retrocarica fossero ancora in uso nel 1684. Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non c'è traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.
Comunque il 1684 viene prima del 1700 e se viene ricordato che la retrocarica fosse stata dismessa all'inizio del 1700 La Belle risulta entro il periodo d'uso di detta arma.
Inoltre essendo veneziano non posso dimenticare le galeazze.
L'unico disegno d'epoca in mio possesso è questo.
dove si vedono chiaramente vari pezzi di cannoni a retrocarica unica artiglieria utilizzabile in quel tipo di imbarcazione
La galeazza era dotata di 3 alberi a vele quadre (le più grandi avevano 4 alberi), castello di prua, castello di poppa e due ponti. Poteva portare dai 32 ai 46 banchi di rematori (remi a scalaccio) e montare 36 grossi cannoni, più altri di minor dimensione.
La galeazza era sviluppata sulla base di larghe galee mercantili dette galee grosse, da tempo non più convenienti in seguito alla riduzione dei traffici mediterranei. Poiché venivano convertite per l'uso militare dovevano essere tendenzialmente alte e larghe (anziché leggere); montavano un elevato numero di cannoni, che venivano posizionati per la maggior parte lungo i lati sparsi qua e là tra i remi e nel castello di prua.
Il modello della galeazza venne sviluppato dalla Repubblica di Venezia che riuscì quindi ad ottenere navi che potevano competere con le galee ordinarie.
Ne vennero costruite relativamente poche, ma ebbero comunque molta importanza. La loro prima apparizione fu nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, durante la quale furono schierate sei galeazze veneziane come avanguardia al comando del provveditore Francesco Duodo. La loro potenza di fuoco e l'essere alte di bordo furono determinanti nel portare alla vittoria la flotta cristiana. Le galeazze vennero apprezzate anche dal grande ammiraglio veneziano Francesco Morosini, tanto che una di queste imbarcazioni fu da lui scelta come ammiraglia della flotta. Quattro galeazze, atte a tenere il mare, accompagnarono anche l'Invincibile Armata nel 1588 (ad es. La Girona).
Le acque poco profonde, le coste frastagliate, il clima mite e i venti debolmente variabili del Mediterraneo permisero alle galee e alle galeazze di sopravvivere fino agli inizi del XVIII secolo.
Quindi La Belle rientra in tale periodo.
A seguito di dubbi che mi perseguitano, ho interpellato l'amico Federico Ostan autore assieme a Giancarlo Bassi del Centro Studi e Ricerche Navali dell'Assciazione Navimodellisti Bolognesi della monografia della Palinuro e di due bellissimi e splendidi volumi: "Costruiamo un Modello di Nave a Vela". Questi due ricercatori stanno componendo un terzo volume dedicato all'artiglieria navale e per questo ho posto questo quesito.
"Ho iniziato una discussione sul uso di cannoni ad avancarica e a mascolo a retrocarica. Il Boudriot su la monografia de La Belle critica l'uso di cannoni ad avancarica ma li disegna ugualmente, inserendo nel disegno petriere sul capodibanda. Ho avuto sempre dubbi quando ho realizzato alcuni modelli, ma il Boudriot mi li ha in parte sollecitati. Ora anche sul tuo II volume a pag. 407 c'è il disegno in pianta della Revenge.
Ci sono disegnate petriere sui capidibanda e cannoni ad avancarica sul ponte. Passi su La Belle, che ha solo 3 cannoni per bordo, ma qui mi sai dire come si movimentano i cannoni per la ricarica? E' impossibile perché il loro arretramento è inficiato dalle strutture esistenti sul ponte. Mi sai dare una soluzione plausibile del perché non usano cannoni a mascolo e a retrocarica che all'epoca della Revange erano indubbiamente in uso?"
Ho ricevuto pertanto questa risposta:
In tutta sincerità, non credo di poter risolvere il tuo dubbio che, detto tra noi, è anche il mio da sempre.
Esaminiamo La pubblicazione dell’Hachette ed i cannoni de La BELLE
Inutile dire che, per poter parlare (nel bene e nel male) di queste pubblicazioni, quando ne viene fuori una nuova compro sempre i primi fascicoli e così ho fatto anche questa volta (ho appena acquistato il terzo)
Alcune settimane fa, dopo aver acquistato il primo fascicolo ed in attesa del secondo, ho curiosato un po’ in giro per internet ed ho trovato il forum (se ricordo bene modellismo.net o qualcosa del genere), ho speso un mezzo pomeriggio a leggere le varie pagine con le “diversificate elucubrazioni” di gente varia e, ancora una volta, ho trovato conferma alla mia (ben radicata) opinione che evidentemente c’è in giro un sacco di gente che …….vabbè, lasciamo perdere.
Ho visto anche un paio di tuoi interventi che, assieme ad alcuni (pochissimi) altri, mi sono sembrati esprimere cose ragionevoli
Mi dici che si sta parlando dei cannoni e, in effetti, direi che lo stesso Boudriot ha lasciato dei grossi (anzi,enormi) dubbi al riguardo
Nel secondo fascicolo dell’Hachette, pubblicato all’inizio di Aprile, c’era il cannone e, come l’ho visto, ho iniziato a fare dei controlli sui disegni e libri vari
La Nota sull’artiglieria alla pag. 103 della monografia di Boudriot dice già tutto ma, in realtà…… non conclude nulla.
Nella monografia c’è il disegno del cannone e, se si accettano le note che ha scritto lo stesso autore, va bene così.
Però, a voler essere “pignoli” (e noi modellisti a volte lo siamo in maniera morbosa) nasce la domanda se la BELLE era armata o meno e, se era armata, qual’era il cannone più piccolo disponibile?
Chiaramente i sabordi c’erano, ma erano armati?
Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
I pezzi di “grosso calibro” a retrocarica a mascolo erano sicuramente in uso tra la fine del XV secolo e (forse) fino ai primi decenni del ‘600, ma poi (direi) furono sostituiti da quelli a avancarica dato che la “culatta a bicchiere” non garantiva certo una buona tenuta e si aveva quindi una perdita di gas che, per dare una sufficiente “spinta” alla palla, costringeva ad impiegare ad ogni tiro una quantità di polvere superiore a quella di un cannone ad avancarica.
Alla fine le petriere a mascolo rimasero ancora in uso solamente come piccoli calibri in quanto erano più semplici da caricare dato che, essendo montate su forcelle fisse, non arretravano per il rinculo ed in certe situazioni, se fossero state ad avancarica, il caricamento sarebbe stato assolutamente impossibile (nel volume di Landström THE ROYAL WARHIP VASA c’è un bellissimo disegno che evidenzia molto bene il concetto).
Andando ai “grossi calibri” (pezzi dalle 2-3 libbre in su), sia Boudriot nel suo già citato ARTILLERIE DE MER sia Caruana nel 1° Vol. della serie THE HISTORY OF THE ENGLISH SEA ORDNANCE parlano solo di “grossi calibri” ad avancarica e. oltretutto, mentre Boudriot inizia praticamente dall’epoca del Re Sole, Caruana parte addirittura da Enrico VIII, limitandosi però ad illustrare un paio di petriere a retrocarica su affusto da ponte solamente in quanto recuperate dalla Mary Rose (un bel disegno in prospettiva dello stesso cannone è anche nel volume MODELLI NAVALI di Curti),mentre per il resto sono tutti pezzi ad avancarica.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto (che trovi in allegato) è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non ho trovato traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.(Argomento già inserito nel post precedente)
Fra l’altro, mentre Caruana illustra anche pezzi da 3 libbre, sulle tavole di Boudriot il calibro minore è il 4 libbre, per cui sarei curioso di sapere il 3 libbre da dove è saltato fuori e, inoltre, ricordiamoci che, mentre i 4 libbre sono stati ritrovati nella stiva de La BELLE (ma erano destinati al forte) dei 3 libbre non è stato ritrovato niente, nemmeno un proiettile.
E allora? Solo petriere a murata? Oppure sei cannoni da 3 libbre trincati a murata e, in caso di necessità, si sarebbe visto come fare? Ricordiamoci che Boudriot cita “sei cannoni” menzionati nell’elenco delle dotazioni, ma non si sa di che tipo.
In conclusione, se si decide di rappresentare il modello con le artiglierie, a meno che non si riesca a trovare della documentazione riguardo pezzi ad avancarica di dimensioni ancora più piccole del 3 libbre (un 2 libbre con canna di 110-120cm al massimo?) l’unica soluzione possibile rimane quella descritta e disegnata da Boudriot, eventualmente valutando l’alternativa se posizionare i cannoni in batteria (praticamente assurdo in navigazione) oppure se metterli legati a murata.
Per quanto riguarda il disegno della REVENGE, è stato tratto da un volume pubblicato in Germania negli anni 50-60 del secolo scorso, volume nel quale sono riportate diverse ricostruzioni di navi storiche.
Sono ricostruzioni interessanti, soprattutto per quanto riguarda le strutture degli scafi e le velature, ma in parecchi di questi disegni sono raffigurate delle artiglierie decisamente “esagerate”: ti basti pensare che sul ponte superiore della REVENGE sono montati cannoni con una lunghezza di canna di circa 3.20 m., sul ponte inferiore sono disegnati cannoni con una lunghezza di canna di 3.50m e le colubrine a murata hanno una canna di 180cm circa.
Non ho mai fatto studi approfonditi al riguardo (non ancora perlomeno) ma, in tutta sincerità, mi sembrano un po’ eccessivi, soprattutto per quanto riguarda il ponte superiore e le colubrine a murata (tanto per fare un confronto, quelle disegnate da Boudriot per La Belle hanno una canna lunga circa 90cm).
Il 1° Vol. di Caruana comunque è una preziosissima fonte di informazioni (armamenti dei vari scafi a partire da Enrico VIII, tipi, dimensioni e calibri utilizzati nella Marina inglese nei vari periodi storici, ecc.) e appena comincerò ad organizzare il capitolo sulle artiglierie per il nostro 3° Vol. dovrò sicuramente investire diverse giornate di tempo per meglio studiare tutti questi dettagli.
Parlando poi del cannone, se per il modello vuoi pensare ad un’alternativa a retrocarica, ritengo che quello della foto possa essere un buon esempio su cui basarsi, anche se forse, essendo l’unico esempio, è un po’ “tirato per i capelli” (vedi post precedente).
Di sicuro direi che quello di Boudriot non mi convince per nulla e, per di più, quello dell’Hachette è uno schifo: la canna è OK, ma l’affusto è del tipo in uso dopo la metà del ‘700 (dopo il 1763 per l’esattezza) e, per di più, sbagliato:
La tavola di base va da una fiancata all’altra (dovrebbe essere solo nella parte centrale ad unire i due assali - vedi il 74 cannoni)
• La staffa di fermo degli orecchioni è mal sagomata (la parte semicircolare è troppo larga) e mancano i relativi fermi
• Manca tutta la ferramenta
• Il perno di fermo delle ruote è “indecente”
• Ciliegina sulla torta, la caviglia del cuneo per la regolazione dell’alzo non deve rimanere mezza fuori ma deve essere inserita nel foro con tutto il gambo
Comunque, visto che hai la monografia, ti basterà fare un confronto tra il disegno di Boudriot e quanto proposto dalla Hachette e ti renderai conto immediatamente che l’affusto della Hachette è un concentrato di stupidaggini
Oltre a Federico Ostan ho pure interpellato Matiz (Tiziano) che ritengo un vero modellista perché ha fatto tutte le ricerche riguardanti la monografia dei 74 cannoni, lo sta realizzando da un albero di pero ed inoltre perché formula delle critiche positive corredate da soluzioni logiche come questa.
"Credo che i mantelletti fossero verticali, Boudriot deve avere sbagliato nel disegnarli, comunque, i gangheri dovevano essere contrapposti per non permettere che il mantelletto si sfilasse, orizzontale o verticale che fosse"
Come vedete anche il Boudriot può sbagliare e ritenere logiche alcune sue considerazioni. Bisogna tener presente però che il Boudriot nelle sue monografie invita il modellista ad intervenire con argomentazioni motivate come questa per esempio.
Solo con interventi di questo genere sono riuscito ad imparare e migliorare la mia cultura, purtroppo non la mia manualità.
Ciao
OLI