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Volendo iniziare a metter mano all'alberatura mi sono ricordato dei disegni di Sergio Spina che utilizzai per la costruzione del mini-leudo. In effetti qui i dettagli mi sembrano molto più veritieri. Prendendo ad esempio l'antenna dell'albero di maestra, nei disegni euromodel è abbastanza semplicistica in confronto allo stesso particolare del leudo di Spina, pur essendo il Pinco una nave ben più grossa e meglio attrezzata.

Metto a confronto le due versioni e se ci fosse qualcuno più esperto di me (so che ci vuole molto poco per esserlo...) volesse darmi qualche consiglio su come procedere gliene sarò grato.
Altra anomalia riscontrata in questi disegni è la mancanza di luci di navigazione. Cercherò di provvedere installando particolari simili a quelli presenti sul citato leudo.
Roberto

Ciao Roberto, mi sembra che l'albero del Euromodel sia fisso, mentre quello di Spina sia regolabile in base al fatto di far si che la barca possa essere sia orzante che poggiante più o meno. Il pico normalmente va ad 1/3 (vela al terzo) almeno in laguna.
Ciao
OLI

Ciao Roby
Per le luci di navigazione risale al 1838 la prima norma che imponeva alle navi a vapore in navigazione notturna di esporre uno o più fanali, e non specificava ne il colore ne la disposizione. Quindi essendo il pinco una barca del XVII secolo non penso avesse luci di navigazione.
vass

Grazie Vass, non avevo considerato l'aspetto temporale.
Posso quindi procedere senza pensare alle luci di via ed anche la minor complessità dell'esecuzione delle antenne rispetto al Leudo, di epoca più recente, adesso è spiegata.
Roberto

Dai disegni postati tempo fa da Jack per le scialuppe del suo Brick, e considerata la notevole somiglianza con la scialuppa dei disegni del Pinco, anche visto che il periodo è grosso modo lo stesso, ho pensato di usarli per iniziare la costruzione dell'unica (per fortuna) scialuppa. Dopo aver portato alla scala giusta i disegni ed usando Paint, il solo programma col quale mi so destreggiare, mi sono ricavato chiglia ed ordinate che poi mi sono andato a ritagliare da compensato di 1,5 mm di spessore.




L'idea iniziale era quella di posizionare l'insieme chiglia-ordinate su una base e poi riempire il tutto con gesso per preparare lo stampo atto a ricevere i quinti, ma visto che il numero delle ordinate era sufficientemente elevato (10 ordinate su una barca da 5,5 mt di lunghezza) ho deciso di soprassedere ed usare le ordinate stesse come appoggio per i quinti.
Su una basetta in legno dello spessore di 10 mm ho praticato una fresata nella quale ho incastrato il tutto e, una volta ben salda l'ossatura, l'ho ricoperta interamente con la pellicola trasparente che usa la moglie in cucina. Questo per evitare che in seguito, con l'incollaggio dei listelli del fasciame, possano sorgere problemi di distacco.


Viste le precedenti esperienze ho evitato di provare a piegare listelli di legnami strani ed ho recuperato l'ultimo pezzetto di pero avanzatomi e ho ricavato dei listelli da 1x1 mm di sezione per i quinti.
Incollando un'estremità alla base non ho avuto, quasi, problemi a effettuare le piegature tramite messa a mollo per 24 ore ed uso del piegalistelli elettrico. Solo in tre punti, su 10 ordinate, il listello ha tentato di spezzarsi ma ho subito rimediato con una goccia di attack che, unita al calore del pigalistelli, ha saldato benissimo la crepa.

Domattina conto di preparare la chiglia definitiva e fissarla sulle ordinate per poi iniziare con l'incollaggio dei listelli che ho già preparato, spessore 1 mm larghezza 3 mm, con lo stesso legno usato per il Pinco.
E' una scialuppa veramente ridotta e non so se alla fine riuscirò a ricavare qualcosa di buono ma la sfida di realizzarla in questo modo mi attizza. Vedremo cosa salterà fuori....
Alla prossima
Roberto

Costruzione e posizionamento della chiglia in legno massello di 1,5 mm di spessore



e inizio fasciatura dello scafo con listelli da 1 mm di spessore. Sono stato volutamente abbondante nello spessore dei listelli per aver modo, poi, di lavorare su eventuali avvallamenti o incavi


Il temuto momento del distacco non ha prodotto, per fortuna, nessuna spiacevole sorpresa, tranne qualche traccia di cellofan da rimuovere e il normale lavoro di pulizia.

Una volta terminata, quasi, la posa degli accessori posso per il momento archiviare la pratica scialuppa di salvataggio. Le dimensioni veramente ridotte di questa barca mi hanno dato del filo da torcere ma alla fine non mi sembra poi così male.



Ora posso riprendere il lavoro da dove mi ero fermato e cioè dall'alberatura

Ciao e alla prossima
Roberto

E' da più di un mese che non scrivo più niente ed in effetti fra il freddo, che poca voglia mi ha messo di scendere nel box alle mie ore proibitive, e un po' di rallentamento nell'entusiasmo (uno stato che periodicamente mi prende ma che, per fortuna, è sempre destinato a durare poco), in questo periodo avrò passato si e no non più di una decina di mattine seduto al banco di lavoro.
Parecchio tempo me l'ha portato via anche l'incertezza sul come colorare la tela per le vele in quanto avevo da tempo deciso di dare una nota per me assolutamente nuova al modello.
Sentiti i pareri di amici e negozianti del settore ho, alla fine, deciso di procedere con i colori acrilici e, trovato il colore che più mi soddisfaceva, ho fatto un primo tentativo con le diluizioni consigliatemi che mi ha dato delle vele di un bel colore rosa-porcello A questo punto ho versato l'intero contenuto di due boccette di colore diluito in pochissima acqua e mi son detto: sia quel che sia....
Stesa ad asciugare la stoffa ha in effetti preso esattamente il colore che avevo in mente senza il verificarsi di tutte le magagne che temevo e, anche dopo stiratura, non prsenta nessun accenno allo screpolamento anche se ha assunto quella caratteristica consistenza quasi rigida tipica della carta. In compenso, una volta tracciato a matita il disegno delle varie vele, al momento del taglio non accenna minimamente a sfilacciarsi ed inoltre tiene bene l'uso del vinavil (puro, non diluito) usato per l'incollaggio dei varii rinforzi.

Anche l'uso dell'ago per la cucitura della relinga è andato più liscio che sulla tela non colorata quindi posso affermare che l'esperimento è perfettamente riuscito.


Adesso mi aspetta il lungo lavoro della cucitura di tutte e quattro le vele, compresi i matafioni e la guarnitura con tutti i bozzelli, ma lo scoglio dell'inizio è superato alla grande.

Ciao Roberto
Complimenti per il Pinco Genovese.
Puoi guardare a pag. 136 del libro " Vele Italiane" HOEPLI il Leudo di Sergio Spina:
( Sergio Bellabarba & Edoardo Guerreri )
Puoi guardare a pag. 172 del libro " Vele Italiane" HOEPLI il Pinco di Sergio Spina:

... (se non l'hai già fatto) potresti trovare notizie utili per le tue ricerche e il tuo modello.


Con simpatia
Bruno B.

Ciao Bruno, è sempre un piacere leggerti.
Il leudo l'ho già costruito poco tempo fa e sempre in scala 1:60, e proprio dai disegni, reperiti in rete, di Sergio Spina.
https://forum.magellano.org/viewtopic.php?f=54&t=2768
In effetti, come dici, mi è servito per alcuni spunti anche per costruire questo Pinco: tutt'altra cosa i dettagli di Spina!!!
Tu hai qualcosa in cantiere in questo periodo?
A risentirci
Roberto

Ciao Roberto,
non ho nessun cantiere aperto .... ma soltanto opere incompiute di alcuni scafi ... mi diverte tagliare il legno e costruire ordinate per passatempo ... sono un modellista pigro e da tre anni sto poco in cantina.

Il libro VELE ITALIANE , lo conosci ... da pagina 172 a 177 parla solo del Pinco e la sua storia.

Ho visto il tuo bellissimo Leudo Vinacciere scala 1/60

A presto
Bruno B.