Ciao girovago. Ciao a tutti.
Non credo che abbia tolto a qualcuno lo spirito di intervenire, né penso che gli "assenti" possano avercela a male se il discorso, di fatto, diventa a due.
Del resto io saluto sempre (quasi sempre) tutti, oltre all’interlocutore col quale dialogo, perché per me il discorso è
sempre aperto a tutti.
Noto, dai numeri, che qualcuno legge, ma se non partecipa e non so neppure chi sia, non credo di dovermi ritenere responsabile se si sente ignorato.
Le notizie in merito alla figura di Matthew Baker, che ho reperito in rete, sono solo due e sono le seguenti:
1) Una appresa tempo fa, espressa solo da un’immagine ripetuta e da una didascalia, nel corso delle mie prime ricerche sulla marineria francese del secolo 17° e dintorni.
Il pdf, dove è contenuta l’immagine, lo allego, per chi voglia leggerlo, ma può essere liberamente scaricato da:
http://lycees.ac-rouen.fr/lgcorneille/d ... uction.pdfEsso si intitola:
Quelques éléments sur la construction navale dans la Vallée de Seine et dans les ports de la côte de Haute Normandie, plus particulièrement aux XVIIe et XVIIIe siècles.2) Una pagina (capitolo terzo), dal titolo:
Mathew Baker and the art of the shipwright , i cui paragrafi sono:
1. ‘Fragments of Ancient English Shipwrightry’
2. The place of design
3. Mathematical constructions
4. Mathematical practice and naval architecture,
tale pagina l'ho scaricata ieri da :
http://www.mhs.ox.ac.uk/staff/saj/thesis/baker.htmEssa fa parte del terzo capitolo (pp. 107-165) di una tesi di matematica di Stephen Johnston, ‘Making mathematical practice: gentlemen, practitioners and artisans in Elizabethan England’ (Ph.D. Cambridge, 1994).
Purtroppo, come sempre mancano le immagini e i disegni più significativi per la comprensione, e non ho avuto ancora tempo e modo di approfondire.
Le mie conclusioni alle quali sono pervenuto in merito all’argomento sul modo di definire la lunghezza della nave all’epoca del re Sole, sono quelle già espresse implicitamente dagli autori citati, convenendo che la misura debba leggersi fra le perpendicolari all’altezza del primo ponte di batteria in quanto, fra l’altro, è lì che terminano le loro altezze dritto di poppa e ruota di prua, facenti parte del “dorso” della chiglia.
Applicando a quest’altezza la misura di 164,5 piedi della lunghezza ritrovo la misura di 162,5 piedi fra le perpendicolari della linea di galleggiamento fra gli esterni di dritto e ruota, escludendo tagliamare e struttura dello sperone.
I calcoli, quindi, evidenziano un errore nel reperimento dei valori della misura dello “slancio” di prua e "l'inclinazione" di poppa.
Fra l’altro, giostrando con le proporzioni (ammesse), anche piuttosto variabili, proposte dagli autori già citati, ritrovo la misura, quasi esatta, presa all’esterno dei due organi estremi della nave, come già descritto. Fra l'altro le altezze di ruota e dritto giacciono propri nel livello del primo ponte.
Annoto, inoltre, di avere consapevolezza che non si possa parlare di parametri assoluti nel rilevare le misure di lunghezza di una nave, ma debba sempre farsi riferimento all’epoca della nave in esame.
Faccio un ultimo esempio per chiarire quanto ho appena scritto:
Il vocabolario di marina in tre lingue del 1813, alla voce “Lunghezza (del vascello)”, così si esprime:
…
E’ la distanza, in linea retta, tra il punto dove cade la perpendicolare abbassata alla ruota di poppa, e il punto dove cade la perpendicolare dalla ruota di prua, all’infuori di dette ruote,
all’altezza del primo ponte.Lunghezza della chiglia sopra terra….
Questa lunghezza è minore della lunghezza del vascello, di quanto porta lo slancio della ruota di prua e l’inclinazione della ruota di poppa.
Attualmente, invece, La lunghezza della nave presa in considerazione per i calcoli di architettura navale corrisponde alla lunghezza fra le perpendicolari, dove:
• la perpendicolare addietro è una linea immaginaria verticale,
passante per l'asse del timone;
• la perpendicolare avanti è una linea immaginaria verticale passante per l'intersezione
del dritto di prora con il piano di galleggiamento di progetto (quello corrispondente alla
nave in dislocamento di pieno carico normale).
In effetti, sempre di perpendicolari si tratta, ma …
Spero, adesso, di essere stato chiaro.
Buon modellismo a tutti.
Antonino
P. S. noto che il file in pdf non è stato caricato, ma giacché è possibile richiamarlo cliccando sul link, non perdo tepo a capire come fare.