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Ho fianlmente iniziato un lavoro che mi è sempre piaciuto, pur essendo molto ripetitivo e anche un po' noioso: la posa del parquet dei ponti.
Dalla solita tavola per parquet, in teak questa volta, mi sono ricavato i listelli da 2,5x2 mm di sezione che poi mi taglio della lunghezza che mi serve.
Col cartoncino bristol, per mezzo di una taglierina da ufficio, mi ricavo delle striscioline di circa 3 mm di spessore che servono per la simulazione del calatafaggio. Seguendo i disegni, ma sopratutto le foto della nave vera cerco di mantenere il disegno originale e, un listello alla volta, procedo col lavoro.
Naturalmente lascio il vuoto dove poi andrà posizionata la tuga maggiore, mentre per osteriggi e pozzetti minuscoli ho pensato di collocarli sopra il pavimento, essendo più difficile e dispendioso, in termini di tempo, lasciare lo spazio vuoto.
Finito il pezzo di ponte a poppa della tuga ho dato una prima sommaria levigata per vedere la correttezza del lavoro e sembra non venga tanto male.

Posando provvisoriamente la tuga controllo anche che il tutto sia ben allineato.
Probabilmente entro domani finirò il ponte di poppa e poi inizierà quello di prora, a mio parere più difficile. vedremo...

Ciao Roberto,
................. dall'inizio del ( " Bluenose II " ) stai lavorando bene e soprratutto alla ( Speedy Gonzales ).
Complimenti per l'avanzamento lavori e le dettagliate spiegazioni.
A presto
bruno b.

PS:............ mi piacerebbe vedere qualche foto sulla procedura " taglio listelli " ( se e quando puoi )

Posto alcune foto dell'avanzamento dei lavori di listellatura del ponte di prora...


...e alla fine del lavoro ultimato.


Ancora qualche passata di cartavetro per la finitura finale e poi una bella mano di trasparente protettivo.
Dopo potrò dedicarmi ai lavori sullo scafo, fin che riesco a rovesciarlo!
Alla prossima
Roberto

Ciao Roberto, innanzitutto complimenti per il lavoro che stai facendo. Per lucido protettivo che prodotto pensi di usare? Devo dire che il tavolato in teak è molto realistico da vedere, fa la sua bella figura e dà un'aria vissuta.
Buon lavoro
vinicio

Ciao Vinicio.
Di solito uso il "Damar" (penso si chiami così):è quel prodotto che usano i pittori per proteggere le tele ad olio. L'ho ormai sperimentato su tutti i miei modelli e mi piace l'affetto che fa: mette in risalto il colore del legno, è opaco (non lucido) ed ottimo protettivo.
Ne ho comprata una bottiglia da mezzo litro quando costruii il Vespuccione, poi l'ho usato per il Palinuro e per lo Steam Cutter e ancora ne ho più di mezza bottiglia: credo mi durerà per tutta la mia vita modellistica!!!
Il teak davvero piace molto anche a me. Preferisco sempre , cioè quando posso, usare i legni giusti piuttosto che tingere il solito legno bianco: è molto più realistico. Inoltre usando tavole per parquet per i miei listelli posso dire che la gamma di scelta è sempre abbastanza completa e, inoltre, il legno molto ben stagionato.
Ciao
Roberto

Non ti posso lasciare un momento e tu guarda che cosa combini... che dirti... ogni parola di complimento è superflua...



p.s. Ciao Robertone, sto meglio e le cose sembrano andare per il verso giusto, ci vuole tempo ma pian pianino sto riprendendo la rotta...

Ciao Massimo, felice di risentirti e sopratutto contento ti stia girando nel verso giusto, finalmente.
Spero che riusciamo a vederci prima o poi: una bella chiacchierata come ai vecchi (sigh...) tempi.
A presto e un abbraccio

Provo a riscrivere gli ultimi aggiornamenti sul lavoro di questi ultimi 15 giorni (senza incorrere nelle tagliole del nuovo moderatore, ligio come si deve al regolamento del forum).
Come prima cosa ho completato il posizionamento del capodibanda, con particolari difficoltà incontrate in quello sopraelevato corrispondente al ponte di poppa. Infatti il ponte del Bluenose è diviso in due parti dal gradino a circa a metà nave. In corrispondenza di questo gradino anche il parapetto si alza e qui ho dovuto incollare un listello opportunamente piegato sopra il capodibanda già fatto, con un ulteriore parapetto, più stretto di quello sottostante.


Lo stesso motivo del doppio parapetto si riscontra anche nello specchio di poppa. Particolare attenzione ho posto nell'effettuare gli intagli dove dovrò infilare le piattine che terranno le bigotte, all'esterno delle pazienze sulle murate, e che nelle murate di poppa devono attraversare entrambi i parapetti sporgenti. Ho risolto effettuando un intaglio con una punta da 0,5 mm seguendo una riga metallica per la lunghezza di 1 mm, quasi a filo del bordo esterno.

Una volta terminato questo lavoro ho completato la verniciatura dello scafo compresa l'ultima mano di protettivo trasparente "Damar", anche per evitare di rovinare il tutto con le lavorazioni successive.
Fin che potevo rovesciare a gambe all'aria lo scafo ho anche proceduto con la costruzione delle due eliche, con assi e supporti simmetrici e rispettiva colorazione.

Nel frattempo continua la costruzione di tughe e casottini, numerosi sul ponte, con precedenza per l'alloggiamento del meccanismo del timone. Questo per verificare, una volta montato, se le dimensioni del primo abbozzo di ruota poteva andar bene oppure se era proprio da rifare. In effetti lo spessore della ruota risulta ancora un po' sovradimensionato ma, nell'insieme, direi che il risultato è più che accettabile e credo proprio che non mi cimenterò nella costruzione di un nuovo pezzo. Terminate le caviglie da 1 mm di spessore per 5 mm di lunghezza, ho montato il tutto e verniciato in trasparente.



L'altro ieri ho anche iniziato a lavorare di tornio per costruire alberi, picchi e boma utilizzando lo stesso legno usato per la costruzione delle tughe: douss, che dovrebbe essere un sinonimo del douglass, anche vedendo la venatura, precisa a quella dei veri alberi visibile sulle foto della nave. Due mezze giornate di lavoro e mi sono preparato tutti e 9 i pezzi.


Adesso dovrò procedere anche con il loro armamento e quindi non correrò il rischio di annoiarmi con lavori ripetitivi.

Prosegue la costruzione degli accessori che troveranno alloggiamento sul ponte e l'armatura di alberi e pennoni.
Particolare divertimento ho trovato nella realizzazione dell'argano completamente in ottone saldato a stagno. Le maniche a vento, invece, hanno la struttura in ottone mentre la vera e propria manica a vento è realizzata in legno.


Come mio solito appena un pezzo è pronto e verniciato lo fisso al suo posto.


Purtroppo non ho trovato molte fotografie delle coffe (o crocette?) e quindi, oltre ai disegni del Benson mi sono anche dovuto inventare qualcosina.

Una bella sfida è stata la realizzazione degli anelli ai quali andranno fissate le vele: in legno di faggio dello spessore di 1 mm ricavati da un tondino pieno e tutti con anellino in ottone da 0,5 mm. Il bello è che ne ho rotti solamente un paio.
Una volta terminati, per rinforzarli, invece della solita vernice trasparente protettiva li ho completamente spennellati di attak!
Ciao e alla prossima.