Il cad e il navimodellismo
Seconda puntata
Devo dirvi, con un po’ di rammarico, che parlerò de La Belle, ma non preoccupatevi i contenuti possono essere applicati anche ad altri disegni ed a chi, come Pino, si è disegnato “a mano” il suo progetto. Il tutto sarà corredato da immagini (non ci crederete ho imparato a catturarle ed a pubblicarle da qualche mese…come vedete sono un comune mortale…) che valgono mille parole.
Allora, eravamo rimasti alla “suspance” .
I disegni di Boudriot li considero opere d’arte dal punto di vista dell’architettura navale francese degli anni 1600/1700, considerando anche l’immenso lavoro di ricerca fatta dal “Nostro”, però purtroppo, non sono disegni “operativi” per poveri modellisti alle prime armi come me. Bisogna capirli, interpretarli, fare delle scelte ecc..Il problema può essere risolto in vari modo, come sempre. Uno di questi è affidarsi ai disegni originali, tagliare i vari pezzi “grassi” cioè con un ragionevole margine, usare molta cartavetro ed essere disposti a rifare spesso qualcosa che non torna. Si può fare, il mio obiettivo è restringere il più possibile quanto innanzi e/o quantomeno prendere coscienza di quelle che forse con un eufemismo mi permetto di chiamare “discrepanze o incongruenze”.
Quali sono le cause delle discrepanze ed incongruenze? Posso fare solo delle congetture: i disegni sono stati fatti negli anni ’80 con il classico tecnigrafo, farne 20 o più sovrapponendo fogli trasparenti, mezzo millimetro o decimo di mm. quà, un altro là…e ci siamo capiti…Poi c’è la distorsione della carta, la riproduzione a stampa e forse qualche “ errorino” involontario, concediamoglielo. Tutto questo senza assolutamente criticare l’opera del Maestro che come detto ha ed aveva ben altri scopi più seri…sicuramente non il solo modellismo.
Detto e chiarito, spero in modo esaustivo, il mio pensiero, andiamo avanti. Mi chiederete ma quando passiamo al cad? Presto, ma vorrei cercare di informarvi sul percorso mentale che ho usato per cercare di ridurre, diciamo “normalizzare” il possibile –sempre secondo me, non mi stancherò mai di ribadirlo- se sarete d’accordo qualcosa l’otterrete con il mio sistema o con qualche altro migliore che vi inventerete o vi verrà suggerito. Il mio non è un “dogma” è solo come ho cercato di risolvere il tutto a modo mio ed ottenere disegni quanto più possibile “operativi”. Punto.
Torniamo a noi, in virtù di quanto innanzi, per La Belle ho fatto le mie scelte che ritengo “ragionate” e non “incapotiche” (ora mi sfugge la parola giusta in italiano, scusate) e vedremo in seguito. Ho cercato di capire come era progettata una nave nel 1684, sicuramente con pochissimi disegni e calcoli, ci si basava sulla tradizione, in marina i cambiamenti –fino ad una certa epoca- sono stati sempre molto lenti, solo nel 1700 avanzato si è cominciato ad usare la matematica più seriamente e si sono gettate le basi di una scienza che ora chiamiamo “idrodinamica” . Tutto questo è un semplice accenno, solo per capirci meglio, al riguardo si saranno scritti centinaia di volumi e trattati, chi ne ha voglia può approfondire…
Non ricordo dove l’ho letto, forse ne parla anche Boudriot nel 1° volume del 74 cann., forse sarà un cosiddetto falso storico, non lo so, ne ho avuto comunque riscontri pratici positivi proprio immaginando il modus operandi del Maestro Boudriot.
Non intendo assolutamente “sciorinare” il mio sapere, mi ritengo sempre un apprendista nella materia, ma seguitemi e vedrete che le mie conclusioni “empiriche” forse non sono del tutto lontane dal vero, basta, andiamo nel pratico:
A seconda del tipo di nave che si voleva costruire “l’architetto” chiamiamolo così per capirci, nel caso di piccole imbarcazioni poteva essere il “capo mastro d’ascia”, in base alle sue conoscenze ed alle tradizioni, disegnava per prime le sezioni trasversali, v/immagine
Allegato:
sez.trasv.jpg
Dette sezioni erano più o meno “panciute” o “stellate” a seconda se si trattava di un mercantile, di una nave di linea dei vari ranghi… ecc.
Boudriot, studiando i relitti de La Belle scoperti al largo del Texas (o i rilievi fatti dagli scopritori, non so) e facendo ricerche negli archivi francesi, ha disegnato così le sezioni trasversali. (così è se ci pare, non entriamo nel merito, non ci compete). Assumiamo per ipotesi che il nostro Maestro sia il progettista originale dell’epoca. Poi a seconda del tipo di nave e tenendo presenti le varie sistemazioni interne, diciamo ad esempio: gli alberi, gli argani, punti di forza, stive, alloggi del comandante e di altri e così via, dimenticavo i cannoni…disegnava una vista laterale, eccola:
Allegato:
vista laterale.jpg
Visto? A questo punto doveva assicurarsi che il tutto fosse diciamo coerente, “fair” dicono gli anglofoni e sembra che nel linguaggio moderno nel campo navale non ci sia una traduzione univoca in italiano per cui ormai è usato fair. Come faceva? Disegnava le cosiddette “linee d’acqua”, eccole (possiamo anche chiamarla vista da sopra). Spiego meglio: diciamo che ad una certa altezza di una sezione trasversale ne misurava la larghezza, tale larghezza la riportava sulla vista da sopra, alle distanze determinate con la vista laterale, e così via per altre altezze e per tutte le sezioni trasversali. Si capirà meglio quando andremo a disegnare. Vi sarete resi conto che era un lavoraccio per l’ architetto navale dell’epoca, fatto rigorosamente a mano. A suo favore c’era che aveva molti assistenti ed apprendisti, sottopagati e che erano disposti ad essere trattati quasi come schiavi dal “maestro” pur di apprendere la nobile arte….
Allegato:
linee acqua.jpg
Non sempre la “frittata” riusciva al primo colpo e quindi aggiustamenti opportuni finchè non si giungeva ad un risultato “fair” io direi anche “coerente”. Mi permetto di anticipare che dette linee d’acqua sono tutto sommato una convenzione, mi spiego meglio: il loro numero e la distanza tra di loro in altezza penso che non avessero una regola precisa, ognuno le disegnava all’altezza e nel numero che voleva, certo che più ce ne erano e più “fair” era il progetto. Ma tutto questo lo vedremo più avanti quando finalmente (direte voi e sono d’accordo) passeremo al disegno pratico.
Vi anticipo che ho controllato minuziosamente i disegni che ho postato e senza esagerare posso dire che nei punti giusti corrispondono perfettamente, quasi, è d’obbligo dirlo. Mi permetto di inchinarmi con il cappello in mano al cospetto del Maestro Boudriot e, consentitemelo, ritengo confermate le mie teorie “maccheroniche”. Comunque vedremo in seguito più dettagliatamente, vi anticipo che le tre citate viste le ho prese a “fondamenta” dell’intero progetto, adattando le piccole incongruenze che si possono rilevare nelle altre tavole…non vi preoccupate non ho stravolto il lavoro di Boudriot né ho disegnato (copiato?) un’altra nave, ho solo fatto delle scelte, giuste o sbagliate, sono le mie e me ne assumo la responsabilità, non dovete assolutamente seguirmi se non ne siete convinti e se avete altre idee, figuriamo, sono molto “liberale” non nel senso politico ma nel senso di rispetto della libertà di ciascuno.
Ora me so’ stancato, chissa se il “papillo” entra in un messaggio, eventualmente lo “spiezzo in due” .
Dimenticavo di dirlo, visto che l’ho imparato di recente, se volete alla fine di ogni puntata posso accludere un file pdf visto che non sono pratico nell’inserimento delle immagini sul forum, che non sempre vanno a finire dove vorrei e spesso non nell’ordine giusto, parliamone nei commenti.
Grazie dell’attenzione, alla prossima. Saluti a tutta la ciurma, buon vento,
Mario
P.S.: scusatemi per eventuali errori di ortografia e/o orrori grammaticali, di sintassi ecc. non sono uno scrittore di professione…