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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 11/07/2010, 19:48 
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Iscritto il: 21/12/2008, 22:52
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cognome e nome: Antonio Barbagallo
Un cordiale saluto a Tutti
Per Antonino. Nel rinnovamento della marina francese non furono coinvolti solo costruttori, maestri d'ascia e ingegneri. Furono coinvolti pure matematici e naturaliati e tanto per citarne qualcuno Descartes, Cartesio, e Buffon. Insieme a tanti altri. E da autori come du Monceau, Clairbois, Forfait, Lescalier e tanti altri abbiamo imparato un po tutti. Questo per restare nel campo francese!
Se cerchi bibliografia non la trovi sui libri di Boudriot ma posso darti un'informazione:nel 1976 Jean Polak pubblicò un volume intitolato " Bibliographie Maritime Francaise", mancano gli accenti. Il volume, un bel pò di pagine, elenca tutto ciò che è stato scritto in Francia sulle navi sino al 1914.La casa editrice è Editions des 4 Seigneurs: la stessa che iniziò a pubblicare i libri di Boudriot. Se mi permetti un suggerimento nelle tue ricerche fissa dei limiti spaziali e temporali. Per esperienza, ho iniziato con il modello del Bounty, Aeropiccola, ed ho finito con lo studiare la strategia del potere marittimo di von Clausewitz. Un dispendio di forze, intellettuali ed economiche, che non ti dico. Ed ora a volte mi ritrovo con una gran confusione in testa.
Per Davide. Come dici tu ancora siamo al bolzone. In due anni che seguo il forum non si è mai parlato di attrezzatura velica. Allora si che ci divertiremo e avremo tanto da parlare.
Un abbraccio
antonio b


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 11/07/2010, 20:44 
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cognome e nome: Antonio Barbagallo
sono ancora io.
Leggendo le varie mails mi sono reso conto che in qualcuno sono rimasti, forse, degli interrogativi su archi, flessioni, bagli etc.
Ho allegato un disegno che spero chiarisca i dubbi. Qualsiasi trave, dritta o curva, appoggiatata agli estremi tende a flettersi nella direzione in cui è applicata la forza, nel nostro caso la verticale. Questa flessione si ha anche per il solo peso proprio. Nel disegno questa flessione l'ho indicata con linea tratteggiata. Per tutti i tre esempi, per semplificare, ho misurato una distanza tra gli appoggi di 10 metri ed un carico di 10.000Kg. Nel caso della trave dritta e di quella incurvata verso il basso a causa della flessione la lunghezza tenderebbe a ridursi. Se le estremità, tramite i braccioli orizzontali, sono collegati alle murate tenderebbero a tirare queste verso l'interno FAVORENDO COSI' LA SPINTA DELL' ACQUA. In tal modo le fiancate si richiuderebbero su se stesse come una grande tenaglia.
Se invece la curva è verso l'alto a motivo della flessione la trave tenderebbe ad allungarsi, ma a questo allungamento si oppongono le murate con una forza facilmente calcolabile con semlici formule trigonometriche. In pratica questa forza generata dall'allungamento della trave si scarica sul fasciame interno, che a sua volta lo scarica sulle ordinate, che a loro volta lo scaricano sul fasciame esterno che a sua volta lo scarica sull'acqua. In questa maniera viene CONTRASTATA LA SPINTA DELL'ACQUA.
Questo è in semplici parole il principio dell'arco. Da notare che più è curvo l'arco maggiore è la spinta alle estremità. In un arco semicircolare, infatti, tutta la forza verticale non ha più componente obliqua verso le "spalle" ma solo componenti verticali.
Spero di essere stato chiaro.
antonio b


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 11/07/2010, 20:55 
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Iscritto il: 12/03/2009, 8:55
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Ciao Antonio complimenti con due parole e un disegnino hai perfettamente esposto il motivo perchè esiste il bolzone.
Un saluto
Sandro

_________________
Colui che crede di sapere sicuramente non sà.


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 11/07/2010, 22:55 
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Iscritto il: 21/12/2008, 22:52
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cognome e nome: Antonio Barbagallo
Ciao Sandro
spero che sia chiaro anche per gli altri. Ho avuto una settimana pesante e non ho trovato il tempo per scriverti.
A presto
antonio b


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 11/07/2010, 23:16 
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Iscritto il: 21/12/2008, 22:52
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Località: Catania
cognome e nome: Antonio Barbagallo
avevo dimenticato di rispondere a Rudif-104.
Cao Rodolfo, le mie argomentazioni e successive conclusioni circa la differenza tra diversa resistenza tra una superficie piana ed una curva potrebbero essere facilmente contestabili se fossero mie personali conclusioni. Ma i numeri sono incontestabili. Basta semplicemente calcolare i momenti di inerzia e i momenti resistenti delle due diverse superfici, o solo delle loro sezioni trasversali, per rendersi conto che una differenza c'è. Ma ora se non siamo fuori OT, manca poco.
Affettuosamente
antonio b


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 12/07/2010, 9:29 
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Iscritto il: 04/12/2008, 17:27
Messaggi: 237
cognome e nome: Davide
Grazie Antonio.... tutto chiaro....

ciao a presto
davide

_________________
siate affamati siate folli


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 Oggetto del messaggio: Re: Bolzone dei Bagli e delle Late
MessaggioInviato: 12/07/2010, 23:25 
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Iscritto il: 06/03/2009, 22:51
Messaggi: 160
Località: Palermo
cognome e nome: Quartararo Antonino
Carissimi colleghi, ciao a tutti.


In questa seconda puntata, salvo errori ed omissioni, mi vorrei soffermare su di un concetto: la verità storica e la congettura attraverso la ricerca sui bagli, le late e i bolzoni.

Piero dell‘Amico, nel suo libro “Costruzione navale antica”, citando (mentre io riassumo) Rieth 1995 – 1996 p. 178 e La sua bibliografia generale a pag.16:

-“…Certamente ogni ricerca e in particolare quella navale, va incontro a “vuoti di memoria” di informazioni, per mancanza di “testi” scritti.
Sappiamo per certo che all’epoca romana erano presenti l’“architectus” e il “faber navalis”, l’architetto e il carpentiere, o il mastro d’ascia.
Indipendente da altre considerazioni, l’esistenza di queste due “distinte” figure, indica che doveva esistere una divisione di compiti. E, se il “faber” si occupava materialmente della costruzione della nave, di cosa poteva occuparsi l’”architectus” se non della progettazione?
Anche se questo ragionamento sembra piuttosto semplice e molto probabile, non tutti, però sono d’accordo con questa conclusione.”

Dice, ancora Piero dell‘Amico, nel suo libro già citato, alle pagg.17 - 18, riportando alcune considerazioni dello studioso Pietro Janni, che riassumo, che:
- “… pur essendoci molte fonti sulla nautica degli antichi, e i dati che esse trasmettono costituiscono un patrimonio considerevole, ci sono molte e ampie zone d’ombra nelle nostre conoscenze, tali da condannare lo studioso dell’Antichità a lavorare spesso di congettura e a ricostruire frammenti che, “casualmente” si addensano inutilmente su alcuni punti, dei quali abbiamo un’infinità di conferme, mentre mancano del tutto su certi altri.”

Ebbene, pur essendo lungi da me l’ipotesi di screditare la figura di Boudriot, ritengo “lecito” l’essermi permesso di “dubitare” dell’affermazione “secca” dell’autore dell’opera sui vascelli da 74 cannoni, riguardo all’unica funzione del bolzone, sia perché ritengo che la sua sia una “congettura” non suffragata da prove dimostrate, sia per fare allargare il discorso in modo tecnicamente valido e favorire un “ampio” approfondimento.

Tuttavia i risultati non sono stati quelli sperati, salvo l’aver suscitato la difesa a spada tratta dell’Autore a causa della sua fama e maggiori perplessità e congetture nei partecipanti.
Mentre mi occupavo a tradurre alcune regole dalle pagine scritte da Duhamel du Monceau nel 1758, si sono intercalate alcune risposte più o meno, permettetemi di dirlo, di tipo “sbrigativo”, proprio come considero l’affermazione del Boudriot.

Ma le cose non stanno così, proprio considerando, essendone personalmente consapevole, le note espresse da Antonio.
Per questa ragione stavo traducendo quelle regole, per la verità storica.

Limitandomi nel tempo e nello spazio e ripartendo da quanto detto precedentemente, quando mi ero limitato a “riferire”, “compendiando”, le “regole di costruzione” del XVII - XIX secolo a partire da ciò che era scritto su:

- “L’Architecture navale contenant la maniere de costruire les Navires, Galeres & Chapoupes, & Definition des autres especes de Vaisseaux” par S. Dassie C. R del 1677,
- “Elemens de l'architecture navale par Duhamel du Monceau ou Traité pratique de la construction des Vaisseaux 1758”,
- “Instruction élémentere et raisonnée sur la construction pratique des Vaisseaux, en forme de dictionnaire: Ouvrage publiié par ordre de Moseigneur DE BOYNES, Secretaire d’E’tat, ayant le Départiment de la Marine. Par M. De Duranti de Lironcourt, Enseigne des Vaisseaux du Roi”, 1771,
- “ De la construction et de la manoevre des vaisseaux et autres batiments” del Capitano Jorge Juan del 1792,
- “Historic Ship Models” di Wolfram zu Monfeld,
- “The Ship model Builder’s Assistant” di Charles G. Davis,
- “Come costruire un modello di veliero” di E. Aymo Boot,
- “Appunti per il corso di ingegneria navale” dell’Università di Genova,

certamente non stavo esprimendo congetture od opinioni personali, ma citavo un’estrapolazione compendiata di notizie già vagliate!

A questo punto colgo l’occasione di per invitare coloro che posseggono l’opera, citata, di Boudriot, a partecipare attivamente allo sviluppo di questo tema, con una piccola relazione circa il percorso compiuto dall’Autore per arrivare a quella conclusione, illustrare il criterio che lo ha portato a fargli “riconoscere” la “curva” matematica assunta dal bolzone, e i criteri applicati per la sua tracciatura. Ciò potrebbe essere propedeutico prima del mio terzo intervento su cui mi soffermerò a scrivere proprio delle ragioni meccaniche, della sua presenza.
_________________________________________________
In questa mia seconda esposizione mostrerò, attraverso la traduzione di alcune parti corpose estratte dalle pagine di: “Elemens de l'architecture navale par Duhamel du Monceau ou Traité pratique de la construction des Vaisseaux 1758”, alcune di quelle regole valide in Francia almeno al tempo del Re Sole "già" alla fine del secolo XVII (corretto il 13/7 alle ore 8:54 dal sottoscritto).

- Capitolo I, paragrafo XXVII. Dei ponti. Pag. 24

I ponti sono i pavimenti (di tavole) del vascello, che ne formano i differenti piani; essi servono a collegare l’uno con l’altro i due gusci dello scafo, a reggere l‘artiglieria pesante e ad alloggiare l‘equipaggio. I mercanti se ne servono per porvi le mercanzie che temono l‘umidità.
Come i vascelli sono più larghi, contro il primo ponte, che contro il secondo ponte, e come i cannoni della prima batteria, sono più grossi di quelli della seconda batteria, così avviene che il primo ponte sia più robusto del secondo, e questo, per la stessa ragione, più robusto del terzo, e il terzo più robusto dei casseri, casseretti e castelli …

… I ponti sono composti da bagli……

- Capitolo I, paragrafo XXVIII. Dei bagli e delle traverse (late). Pag (78) 24 - 26

I bagli sono le travi che sostengono i pavimenti (tavolati) o ponti dei vascelli: i baglietti, o latte (bagli più sottili sostengono i ponti del cassero, del castello di prua, del casseretto, e si frappongono ancora ai bagli dei ponti).
(La parola latta, o lata, discende etimologicamente dal latino medievale antico e significava grossa tavola di legno).
I bagli sono sostenuti e assemblati all’estremità con un incastro a coda di rondine al trave che si chiama dormiente. In più sono solidamente uniti con le loro estremità alle coste della nave, a metà dei due pezzi in squadra, i braccioli, in legno o in ferro.
Si richiede che i bagli abbiano un po’ di insellatura, o incurvatura verticale per lo scolo delle acque: questa incurvatura faccia sì che i cannoni rinculino meno, e si rimettano più comodamente in batteria.
Si chiama baglio maestro, quello che è più lungo e che è collocato nella costa maestra (coppia)...
…. Sovente non si ha legname tanto voluminoso per farle d’un sol pezzo, (quindi) si fanno di assemblaggio (più pezzi), e non sono (risultano) meno buoni (resistenti).
I bagli saranno molto più resistenti, senza essere più pesanti, se si diminuisce la loro larghezza per aumentare proporzionalmente la loro altezza, o spessore; ma sarà necessario, in questo caso, aumentare un po’ la distanza da un ponte all’altro, perché si possa passare sotto i bagli, senza temere di urtare la testa…
… Lo spessore di tutti i bagli del primo ponte è di 4 linee = 4/12 =1/3 di pollice (0,904 cm) per piede (32,5 cm) della loro lunghezza, così diminuiscono avanti e dietro, proporzionalmente alla loro lunghezza.
Il loro bolzone è ordinariamente di 2 linee (0,452 cm) o 3 linee (0,678 cm) per piede (32,5 cm) della loro lunghezza.
Lo spessore dei bagli del secondo ponte è di 4/5 rispetto a quello del primo ponte; vale a dire che il rapporto dei bagli del secondo ponte sta a quelli del primo come quattro sta a cinque. La stessa proporzione si osserva fra il terzo e il secondo ponte, e quelli superiori. Il loro bolzone o insellatura è di 4 linee per piede della loro lunghezza.

- Come potete osservare la enunciazione delle regole è molto chiara.

Infatti, da quanto appena scritto discende che:

1) I bagli principali, servono per sorreggere il pavimento in tavole dei ponti principali,
2) le late, ossia le latte, o “baglietti”, servono per sorreggere il pavimento in tavole dei ponti leggeri,

I bagli e le late sono leggermente arcuati. Hanno quindi un “bolzone” che serve:

a) per il deflusso delle acque,
b) per ridurre la corsa di rinculo dei cannoni,
c) per agevolarne la rimessa in batteria.

La misura dello spessore dei bagli del primo ponte è più robusta di quella degli altri ponti.
La misura del secondo e del terzo ponte sono ridotte di un quinto rispetto alla misura del ponte precedente.
La stessa riduzione proporzionale vale anche per i ponti minori rispetto al terzo ponte e per quelli sovrastanti.
La misura del bolzone del baglio del primo ponte vale da 2 linee = 1/6 di pollice (1 linea vale 1/12 di pollice) a 3 linee = ¼ di pollice per un piede (del re = 0,325 m), mentre vale 4/12 =1/3 di pollice per piede per il secondo ponte, il ponte di coperta e quelli superiori.

Vorrei attrarre la vostra attenzione su quanto qui "discende"dalla mano di Duhamel du Monceau e quanto appare come "conclusione" dell'Autore Boudriot nel post di Davide. Se la mia traduzione è giusta, sembrano appartenere a due mondi diversi! (Aggiunto dal sottoscritto il 13/7 alle 9:20)

Le misure, in pollici, sono quelle delle “Antiche Unità di misura Francesi” che accludo come “Appendice”

Bon pour l'usance:

Anciennes unités de longueurs utilisées en France.

Les plus anciennes unités de mesure de longueur sont des mesures en rapport avec des parties du corps : le pouce , le pied , le pas , l'empan , la coudée , la brasse .
l'empan : Distance entre le pouce et l'un des quatre autres doigts . Il y a donc quatre valeurs différentes de l'empan .
la coudée : c'est la longueur de l'avant-bras ( distance entre le coude et l'extrémité du majeur ) ; elle vaut 2 empans .
la brasse : Ecart des bras aux poignets ou aux mains fermées . Elle vaut 8 empans et 4 coudées.
le point ( 0,188 mm )
la ligne = 12 points ( 0,226 cm )
le pouce = 12 lignes ( 2,707 cm )( unité encore utilisée par les Anglais et mesure environ 25,4 mm )
le pied = 12 pouces ( 0,325 m )
la toise = 6 pieds ( 1,949 m )
le pas ( 0,624 m )
la perche de Paris = 18 pieds ( 5,847 m )
la perche ordinaire = 20 pieds ( 6,496 m )
la perche des eaux et forêts = 22 pieds ( 7,146 m )
la lieue marine = 20 au degré ( 5,556 km)
la lieue de poste = 3,898 km ( soit 2000 toises anciennes )
la lieue terrestre = 25 au degré : 4,445 km
la lieue de Paris =1666 toises jusqu'en 1674 ; et 2000 toises (3,898 km ) de 1674 à 1737
En fait , le nombre de lieues d'une ville à l'autre est fixé traditionnellement .
En 1492 , Léonard de Vinci trouve que 2 poignets équivalent à 1 cou ; 2 cous équivalent à une taille et 2 bras équivalent à une hauteur d'homme .
Pour les étoffes : l'aune de Paris : 1,188 m ( fixé officiellement par François 1er ) ( 3 pieds , 7 pouces , 8 lignes ) .
Un mille romain mesure 1000 pas soit 1460 mètres , chaque pas représentant deux enjambées d'un soldat romain.Un mille moderne mesure environ 1609 mètres.
Un furlong était à l'origine la longueur d'un sillon qu'un équipage de boeufs pouvait labourer sans pause . Cette unité est aujourd'hui fixée à 201 mètres mais n'est plus utilisée que sur les hippodromes anglais.
Dans la marine :
la brasse = 1,624 m ( longueur de corde entre les bras étendus )
l' encablure=185,2 m
la lieue marine = 5556 m

La prossima volta, vediamo se possiamo “chiarire” definitivamente se e perché il bolzone funge da chiave per la struttura della nave, o se questa funzione non la svolga il baglio, indipendentemente dalla sua forma arcuata. Infine tratteremo la sua forma “geometrica”e la sua tracciatura (se ci riesco), e non prima di avere letto, dai vostri scritti (perché quell’Opera non la posseggo), cosa dice Boudroit nei suoi libri a tale proposito.

Per concludere trascrivo cosa dice il Dizionario della Lingua italiana Zingarelli 2010 a proposito di baglio e bolzone. Le definizioni, per me, sono assolutamente adeguate alla realtà delle cose delle quali ci stiamo occupando. Inizierò il mio discorso proprio da qui.

Baglio: mar. Elemento strutturale dello scafo (in materiale composito, legno o metallo) ortogonale all’asse longitudinale per contrastare la compressione delle murate e sostenere i ponti.

Bolzone: Convessità del ponte in senso trasversale per facilitare il deflusso delle acque.
Oltre a quello marittimo ha altri significati, per noi, qui, non pertinenti.

Adesso vi risaluto e vi auguro Buon modellismo

Antonino


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"Cominciate col fare ciò che è necessario. Poi ciò che è possibile. All'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile".
(S. Francesco d'Assisi)


Buon modellismo.

Quanto 48


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cognome e nome: Davide
Di seguito le pagine dal volume n°4 del 74 cannoni, la bibliografia da dove Boudriot ha tirato fuori il 74.
Allegato:
1.jpg

Allegato:
2.jpg

Allegato:
3.jpg

Allegato:
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ciao
davide


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MessaggioInviato: 23/09/2010, 21:03 
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Buona sera è un mese e mezzo che questo potic è fermo nell' attesa del seguito di Quanto48 io nel frattempo leggendo qualche testo per cercare di acrescere la mia cultura per il lavoro che sto facendo, ho scoperto che il baglio e in particolare quello Maestro ma non solo, è fondamentale per una nave non solo per tenere il ponte o la carpenterie ecc ma proprio per realizzare tutto il resto alberi, cime ecc ecc e tutto questo è legato al valore ovviamente del bolzone che ha.
Un saluto
Sandro

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