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Probabilmente si...
Il fatto è che io ero partito in quarta fidandomi ciecamente di quei disegni che, se non erro, sono anche gli unici esistenti.
In seguito, parlando con altri modellisti, fra cui mi sembra Dolcino di Genova, ho scoperto che qualcuno ha dovuto abbandonare l'impresa proprio perchè a metà dell'opera si sono trovati con lo scafo inutilizzabile.
Bisognerebbe forse avvisare i Bologensi del macroscopico errore!!!

Una volta verificato che tutto sia in ordine procedo con l'assemblaggio dello scafo...

Di pari passo inserisco l'impianto di illuminazione composto da lampadine a filamento a 12 Volts

Man mano che si procede col rivestimento il listelli di 2 mm di spessore, si verifica continuamente l'intensità delle luci all'interno dello scafo

Avanzamento lavoro di fasciatura dello scafo

Una volta terminata la posa del fasciame ho asportato la chiglia eccedebte con un seghetto da traforo e l'ho sostituita con una identica ma dello spessore di 1 mm per rispettare maggiormente la scala. Nello spessore della vecchia chiglia ho praticato, con una fresatrice a mano, una fresata di 1 mm per tutta la lunghezza nella quale ho inserito la chiglia nuova che avevo tagliato usando come dima la vecchia ma lasciando circa 2 mm di abbondanza per poterla incastrare nella fresatura.

A questo punto inizia la ricopertura dello scafo con lamine di ottone dello spessore di 0,2 mm rispettando l'altezza delle vere lamiere che ricoprono il Palinuro e simulando la chiodatura con la rotella dentata.

Il rivestimento è terminato ed ho già eseguito le aperture degli oblò con la tecnica messa a punto per il precedente modello dell'Amerigo Vespucci.

Dopo un'accurata, spero, pulitura di tutto l'insieme ho verniciato lo scafo usando bombolette spray da carrozziere e mascherando alternativamente le varie zone.

Nel frattempo, anche per variare il lavoro, mi sono portato avanti con la costruzione della timoneria e dell'intricato interno con timone e accessori e macchinari varii.