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 Oggetto del messaggio: Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 (ex DeA)
MessaggioInviato: 19/05/2012, 17:11 
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cognome e nome: Quartararo Antonino
Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 (ex DeA)

Ciao a tutti.

Quando decisi di aderire all’offerta di ‘De Agostini’ che proponeva un “pomposo” ‘Soleil Royal’, mi parse di fare una buona scelta, considerando il poco tempo a disposizione, la difficoltà di reperire i materiali sul mercato locale, la possibilità di pagarlo in maniera molto dilazionata al posto dell’esborso di una grossa cifra per un acquisto del kit già pronto, e soprattutto perché non avevo mai costruito niente del genere.

Invece le cose non sono andate per il verso giusto, in quanto i materiali sono risultati scadenti e deformati, i pezzi tagliati male, e inoltre non sono “mai” stati inseriti disegni per verificare i contorni dei pezzi. Infine, nel corso dello sviluppo dell’Opera, mi sono accorto di vistose incongruenze tecniche di somiglianza con un vascello realmente esistito, a cominciare dalla mancanza del bolzone.

Cito per ultimo, ma primo[/] per importanza: il “modus operandi” [b]“imposto”, più che “consigliato”, che, anziché istruire all’arte modellistica, utilizzando un corretto percorso tecnico, propone sempre un “impianto” di tipo esclusivamente commerciale, obbligando l’utente a seguire le scelte “opportunistiche” dell’Editore, e quindi “scriteriate” e in contrasto con la “buona tecnica modellistica”.

Da un punto di vista della realizzazione del modello della DeA: se si fosse trattato solo di accennare delle semplici curve per il bolzone, non sarebbe stato un problema realizzarne quante ne fossero state necessarie, mutuandole dalle attuali tecniche, se non fosse stato per il periodo storico della sua costruzione, e cioè il 1669!

Ho notato che in qualche posto, tale realizzazione, a fascicoli, è classificata fra i kit, ma secondo me è errato, perché non ha nessuna connotazione di kit, salvo che per la fornitura, secondo me, senza criterio tecnico, dei materiali.
_______

Fra i “buoni” consigli ricevuti, c’è stato quello di acquistare un “trattato di architettura” di Duhamel du Monceau, seconda edizione, munito di disegni, e recentemente quello di studiare Blaise Ollivier.

Io però, dopo avere letto una parte del trattato di Duhamel, su “Google libri”, decisi di soprassedere, considerando che i “termini” di costruzione, si riferivano in maggior parte ad un periodo storico successivo di oltre cento anni, e per capirli avrei dovuto studiare di più, e su parecchi testi, per imparare almeno i fondamenti dell’architettura navale.

Fu così che mi venni a trovare “impegolato” fra contraddizioni di termini e concetti, e, dulcis in fundo, anche sul “confronto” delle misure (dati tecnici) raccolte da varie fonti relativamente al Vascello in questione.

Per questa ragione, anziché seguire un percorso lineare di apprendimento ho preferito confrontare “contestualmente” il contenuto di vari autori che riferivano i loro scritti all’epoca che mi interessava, sempre sedendomi al tavolo della Biblioteca virtuale, per leggere elaborati della storia della tecnica e della scienza, ora di Google, ora di Gallica. Tutti gli scritti più importanti, però, sono “rigorosamente” senza disegni essenziali, anche quelli che non ledono interessi commerciali di case editrici operanti nel settore.
Pensate che tutti questi trattati, compresi i vocabolari, per far comprendere i concetti al lettore legano sempre lo scritto all’immagine, dando ad essa la parte da leone nello spiegare le cose.
Ecco, è così che ho proceduto.

Sappiamo bene che per costruire un modello occorrono dei disegni, e che per costruire un “buon “ modello di un oggetto reale, sia nave che aereo, od altro, occorrono disegni precisi, e aderenti alla realtà, in funzione anche della scala in cui si vuole costruire il modello, e quindi anche particolareggiati, per l’esecuzione dei “particolari”.

Non avendo nessuna esperienza per realizzare un modello “veramente strutturato”, ho pensato, quindi, di limitarmi ad una delle sue possibili e più facili rappresentazioni, cioè quella dell’aspetto esteriore, anche se sono consapevole, che alla fine si tratterà, piuttosto, di un modello “inventato” di sana pianta, anche se spero che possa risultare quanto più aderente possibile rispetto al luogo e al periodo storico che interessa l’“originale”.

Do così avvio al mio nuovo cantiere. A differenza di chi ha già i disegni e i materiali, inizio dal “progetto”, tenendo in conto, al fine di non vanificare le spese fatte, anche di utilizzare buona parte dei materiali ricevuti dalla DeA.

Spero di non commettere gli errori commessi all’inizio di questa mia avventura, ma certamente ne commetterò altri, e vi sarò grato se mi aiuterete a scovarli.

Ho scelto di inserire questo cantiere nella sezione W. I. P. in quanto, a mio parere, si tratta sempre di “work in progress”, perché anche il lavoro intellettuale ha la sua importanza per il risultato finale.

Nella presentazione dello svolgimento dello sviluppo del mio lavoro cercherò di essere, per quanto mi sarà possibile, “sistematico”, per non tralasciare nulla.

Comincerò dal nome.
Di vascelli col nome di “Solei Royal” ne sono stati costruiti tre e tutti hanno “visto la luce” a Brest.
Il primo (1) (2) (3), fu costruito fra il 1668 e il 1670 dal maestro carpentiere Laurent Hubac, e fu profondamente trasformato fra nel 1682, prima di entrare al comando di Tourville, dal figlio Etienne, nel frattempo diventato architetto navale in Bretagna, nominato Capo delle costruzioni navali, nonché membro del Consiglio di costruzioni navali a Brest e professore alla “Scuola di costruzione” creata nel 1680 . (*)

Il Vascello, è stato oggetto di ricerca specifica (non professionale) da parte mia, ma ancora non ho deciso se realizzare il modello del progetto primitivo del padre, o quello rinnovato del figlio. Però, mentre del primo c’è qualche documento, del secondo, invece, ce ne sono altri, dei quali solo due gruppi possono essermi utili, cioè rostro e polena e decori della poppa.

(1) http://fr.wikipedia.org/wiki/Soleil_Royal_(1669)
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/French_shi ... oyal_(1670)
(3) http://soleilroyal.free.fr/

(*) http://www.skoluhelarvro.org/culture-br ... php?no=585

Il secondo, fu ribattezzato nel marzo del 1693 col nome di Soleil-Royal, ma venne costruito fra il 1692 e il 1693 sotto il nome di Foudroyant da un certo Blaise (probabilmente Pangalo).
http://fr.wikipedia.org/wiki/Soleil_Royal_(1693)

Il terzo, costruito tra il 1748 e il 1749 venne progettato e costruito da Jacques Luc Coulomb, figlio del maestro carpentiere François Coulomb.

Come avete notato ho messo tre riferimenti di fonti reperibili in rete, e se avete la volontà, o il tempo di andarli a consultare, noterete molte imprecisioni e disaccordi fra le misure dichiarate.
Ma anche il modello della DeA lascia molto a desiderare in quanto a misure, e a rapporti fra esse. Il modello è dichiarato per una scala di 1:70, ma non sono riuscito a compararle con quelle enunciate dalla DeA stessa, né con quelle riscontrate nella mia ricerca.
Ciò che mi ha fatto propendere per la “ricostruzione” a partire dal progetto è stato soprattutto il mancato riscontro, con la reale (probabile) forma della costa maestra, nel modello fornita, con un basso “incavo”, o puntale, (creux), secondo me troppo basso e senza stellatura.

Alla prossima puntata entrerò nei particolari.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 (ex DeA)
MessaggioInviato: 19/05/2012, 23:56 
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Ciao a tutti.

Inizio col mostrare l’immagine dell’ordinata maestra del modello Soleil Royal della DeA.

Se la osserviamo attentamente, noteremo che:

Al di là delle differenze tra lato destro e lato sinistro (più di un millimetro), e di una “erosione” alla base destra in prossimità della chiglia, che non si può “verificare” per mancanza di disegni, si può rilevare, sul lato destro, la posizione dei sabordi della prima batteria.
La soglietta di tali sabodi, che dovrebbe trovarsi a 2 piedi (poco meno di 65 cm, che in scala 1/70 diventa 9,28 mm) dalla base del tavolato del ponte, spesso 4,5”, cioè circa 12,2 cm, in scala 1,74 mm, mostra la posizione del margine superiore del baglio.
La distanza che intercorre fra questa linea dritta e la linea di base, che corrisponde alla faccia superiore della chiglia, mi indica che l’incavo, o puntale (creux) misura circa 82 mm, che riportato alla realtà diventa 17’ 8”.
Questo, per il Puntale, o l’incavo (creux) è un valore troppo basso e pericoloso per la conservazione del natante.
Osservando ancora questa ordinata, notiamo il suo profilo tondeggiante fino alla chiglia.
Inoltre, misurando il suo massimo spessore, che grazie a Boudriot, adesso so che si chiama “bocca” del bastimento, rilevo una misura (con tutte le differenze) di 204,41 mm, che riportato al “naturale” diventa circa 44’ 6 linee, cioè 14,30 m, ben diverso dai valori individuati per la misura della larghezza del Soleil Royal (15,64 m).

La seconda pagina del Manuale di Architettura navale che correda l’opera, per il Soleil Royal, qui trascritta per prima, indica le seguenti misure così menzionate, senza altre specificazioni, mentre le colonne Soleil Roial 1* e oleil Roial 2* si riferiscono ai link di wikipedia già segnalati nel messaggio precedente:

Nome: Soleil Royal
Classe: Vascello di primo rango
Varo: 1669
Completamento: 1670
Lunghezza: 61 metri
Larghezza: 15,6 metri
Pescaggio: 7,6 metri
Dislocamento: 1630 tonnellate
Armamento: 104 - 112 cannoni
Equipaggio 1000 - 1200 uomini circa

Nome: Soleil Royal 1*
Classe: Vascello di legno
Varo: 1669
Completamento: 1670
Lunghezza: 61 m
Larghezza: 15,64 m
Pescaggio: 7,64 m
Dislocamento: 1630 t
Armamento: 104 cannoni
Equipaggio: 836 uomini

Nome: Soleil Royal 2*
Classe: Vascello di legno
Varo: 1669
Completamento: 1670
Lunghezza: 55 m
Larghezza: 15,64 m
Pescaggio: 7,64m
Dislocamento: 2450 t
Armamento: 98 - 104 cannoni
Equipaggio 980 - 1200 uomini

Come si può notare, alcune coincidono, altre no.
Occorre, quindi verificare anche i dati forniti dalle “fonti”.

Manca anche l’indicazione del creux, incavo, o puntale.

A questo punto, per evitare malintese incomprensioni, credo utile soffermarmi sul sistema di misure di lunghezza e di peso in vigore in Francia, all’epoca della costruzione del Soleil Royal, alcune delle quali furono modificate da Colbert nel 1668, a causa di un cedimento della “toise” du Châtelet (toise campione), corrispondente a sei piedi del re.

Le misure di lunghezza, di volume e di peso, appresso indicate sono solo alcune, ma utili per la comprensione delle misure usate in quegli anni nelle costruzioni navali.

Per il Soleil Royal del 1669, le misure di lunghezza sono espresse in piedi (del re), pollici, linee, punti.
Un piede del re valeva 324,864 mm,
per comporre un piede occorrevano 12 pollici del valore di 27,072 mm,
per comporre un pollice occorrevano 12 linee del valore di 2,256 mm,
per comporre una linea, occorrevano 12 punti del valore di 2,256 mm.

In marina, una tonnellata francese corrisponde ad un volume di 100 piedi cubi, cioè circa 2,83 metri cubi,
Una libbra (di Parigi), o libbra di peso di ‘marc’ valeva 489,5 g. Correggetemi se sbaglio.

Le mie ricerche iniziarono dal sito: http://soleilroyal.free.fr/ che mi soddisfece parecchio, informandomi notevolmente.
Approfondendo, però, cominciai a trovare degli errori, che verificai con qualche copia di documento manoscritto trovato in rete e una serie di forum francesi condotti da Michel Saunier e Delacroix.

Nel prossimo intervento, la prossima settimana, scriverò in particolare sulle difficoltà incontrate durante la verifica delle misure da ritenere corrette sul Soleil Royal e sulle mie scelte.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 (ex DeA)
MessaggioInviato: 28/05/2012, 15:39 
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Cari amici e colleghi,

oggi, anche se non approfondisco troppo, vorrei mostrare, a braccio, qualche "divergenza" di dati fra alcune fonti, già accennata precedentemente, mentre domani affronterò il discorso in modo più sistematico.

Il primo sito che "incontrai" fu http://soleilroyal.free.fr/, e mi riempì di gioia. Le misure del Soleil Royal sono indicate alla pagina: http://soleilroyal.free.fr/crbst_10.html dove è "segnalato" che esse sono state estratte dal "Trattato di costruzione" di Coulomb. Le misure in metri e millimetri, per la scala 1/70, invece, le ho aggiunte io per comodità di verifica:

1) Lunghezza "ruota di prua-dritto di poppa" = 164 piedi 6 pollici => 53,43 m; => 763,29 mm

2) Lunghezza chiglia (appoggiata a terra) = 142 piedi ; => 46 m; => 657,14 mm

3) Larghezza, (non meglio specificata) = 44 piedi 12 pollici; => 14,61 m => 208,87 mm

4) Incavo, Puntale, o Creux = 23,5 piedi ; = 7,63 m = 109 mm

5) Baglio Maestro = 44 piedi 6 pollici; => 14,45 m; => 206,43 mm

6) Sbraccio della ruota di prua (Élancement)= 16 piedi; => 5,20 m; => 74,29 mm

7) Inclinazione del dritto di poppa = 4 piedi 6 pollici; => 1,46 m; => 20,87 mm

8) Altezza del dritto di poppa = 31 piedi 6 pollici; => 10,23 m; => 146,15 mm

9) Parte piatta del madiere = 26 piedi; => 8,45 m; => 120,7 mm

Di cui 22 pollici di "stellatura"; => 59,4 cm; => 8,43 mm

Altezza fra i ponti:

10) - Prima e seconda batteria = 7 piedi 3 pollici
; => 2,35 m; => 33,57 mm

11) - Seconda e terza batteria: 6 piedi 8 pollici; => 2,16 m; = 30,86 mm

12) Parte immersa del vascello (tirant d'eau) = 23 piedi 6 pollici; (*) => 7,63 m; => 109 mm

13) Spessore fasciato sul fondo = da 14 a 16 pollici; => 38 ~ 43 cm; => 5,43 ~ 6,14 mm

14) Spessore fasciato in alto = 4 pollici ; => 11 cm; => 1,57 mm

15) "Capacità", o "Dislocamento" = 2450 tonneaux; => 2398,579 Tonnellate.(*)

(*)Anche queste unità di misura di massa francesi antiche differiscono da quelle abitualmente adoperate da noi oggi. Vedi: http://fr.wikipedia.org/wiki/Poids_de_marc

Immagine

Da questi dati, dopo averli meditati approfonditi per un bel po' di tempo, sono stato in grado di rilevare che:

a) la misura di 44' 12" sembra piuttosto un errore tipografico, infatti poteva essere scritta 45'.
Essa mi lascia dedurre che sia stata rilevata all'altezza del baglio maestro. La differenza di 6", con quanto è indicato per il baglio maestro, potrebbe indicare lo spessore degli scalmi (due), ma entra in contrasto con quanto scritto prima e cioè che lo "spessore fasciato in alto" era di 4";
b) Incavo, o creux e pescaggio (tirant d'eau) sono uguali a 23 piedi 6 pollici; Ma pescaggio e incavo credo che non possano essere uguali, perché il pescaggio "contenendo" solo la misura dell'altezza (spessore) della chiglia, la "differenza" col creux sarebbe troppo "esigua".

c) Sul manoscritto Il "Trattato di costruzione" di Coulomb, per il Soleil Royal, non c'è traccia relativamente ai dati indicati ai punti 5, 6, 7, 12, 13, 14 della suddetta nomenclatura, citata nella pagina di http://soleilroyal.free.fr/crbst_10.html .
Mentre, nelle poche righe "dedicate" è specificato che la larghezza è quella rilevata all'altezza del baglio maestro ed è indicata essere uguale a 44' 6".

Immagine

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 Oggetto del messaggio: Re: Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 (ex DeA)
MessaggioInviato: 30/05/2012, 17:04 
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Buon giorno a tutti.

Sovrapponendo, un po' questo discorso a quello fatto precedentemente, intendo semplificare la trattazione del mio lavoro, invitandovi ad intervenire, per discutere insieme e soprattutto con le critiche.

Ciò che maggiormente ho rilevato nel modello della DeA è stato il disegno della carena, molto tozzo, che in pratica non mi sembrava adatto per le caratteristiche che avrebbe dovuto avere una nave da guerra francese di primo rango, che sarebbe dovuta servire anche come ammiraglia della marina di Luigi XIV.

Immagine

In questa immagine vi faccio vedere l'insieme del profilo originale delle ordinate della DeA in nero, e quelle che avevo elaborato “a occhio”, e che mi sembravano più probabili, ma che poi ho abbandonato perché avevo notato molti errori e incongruenze, sono state disegnate in rosso.

Quando mi resi conto che in particolare del “Soleil Royal” del 1669 non riuscivo a trovare documenti apprezzabili, e che i primi veri documenti rintracciabili risalivano al grande raddobbo del 1690 prima dell’affidamento al comando di Tourville, intensificai le mie ricerche per trovare metodi di costruzione dell’epoca da i quali estrarre disegni di carena e opere morte probabili.

Il disegno è "simile" a quello della Mantua-Sergal, ma quest'ultima casa si è mantenuta un po' più vicina alla realtà, disegnando il bolzone, facendo costruire gli affusti in legno, fornendo cannoni e spingarde, un po' più razionali, ma sempre fuori scala, e qualche bitta con la carrucola all'interno. I giardinetti, invece, sono strutturalmente identici, e complessivamente, molto simili.

Come già si sarà intuito, le notizie che ho raccolto, sono molto eterogenee, perché, alla citazione “Soleil Royal”, non sempre viene specificato se si tratta di quello varato nel 1669 prima del grande raddobbo, se dopo fino all’incendio di la Hogue, oppure quello che lo sostituì nel 1692.

Le informazioni che mi sono state utili e che ho voluto mantenere per buone, sono quelle relative al “Le Soleil Royal”, citato da Dassié, fra i vascelli del re in servizio nel 1671, al capitolo XX, pag 110, della sua “Arcitecture Navale”, con un dislocamento di 2500 Tonneaux, 120 cannoni, 1200 uomini.

E poi aggiungo:
chiglia "portante a terra", 142 pi,
lunghezza "de l’étrave à l’étambot", 164 pi ½,
larghezza "au Maitre bau", 44 pi 1/2 ,
"creux", 21 pi;
lunghezza della "Lisse de Ourdy", 32 pi,
altezza dell’étambot 31 pi ½,
piatto del madiere 26 pi di cui 22 po di acculement,
altezza del primo interponte (de planche en planche) 7 pi 3 po,
altezza del secondo interponte 6pi 8 po,
Con 16 sabordi per ciascun lato della prima batteria e 4 dietro.

Tutto ciò è citato in una “copia” della pagina del manoscritto “Construction” del 1690 ricevuto da Coulomb, e relativa specificamente al "Soleil Royal".

Quelli elencati qui sopra sono i dati che mi hanno accompagnato per confrontarli con gli altri.

Di conseguenza, applicando quella delle “operazioni” che la maggior parte dei costruttori usava per definire la “queste dell’étambot”, come la quarta parte dell’étrave, mi ha permesso di stabilire, per l’étrave una dimensione di 18 pi e per la queste dell’etambot una dimensione di 4,5 pi.

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