Un saluto a tutti. Per continuare il discorso sui “marchingegni personali, dirò che dopo la realizzazione della mini sega circolare, ideata con il preciso scopo di aiutarmi nella costruzione di un micro-modello, sentivo l'esigenza di fabbricare un macchinario di “calibro maggiore”; in altre parole, una sega circolare che avesse: 1) una maggiore altezza e potenza di taglio; 2) dispositivi di regolazione che mi permettessero di operare tagli o altri lavori con grande precisione; 3) un motore più potente; 4) caratteristiche costruttive che la facessero sembrare come l'attuazione di un progetto invece che frutto di una certa improvvisazione, come era stato per la “mai ripudiata” mini circolare precedente. Tutto questo veniva fatto in vista di una successiva realizzazione navimodellistica ma, purtroppo, sarebbero trascorsi molti, moltissimi anni prima che tale evento potesse verificarsi... pazienza !!!. Nel frattempo la mia voglia di “fare” si sfogava attraverso la produzione delle mie “macchine leonardesche”. Per poter attuare quello che avevo in mente avevo bisogno di un tornio, che arrivò sotto forma di un Unimat SL (piccola gloriosa macchina che, sapendola adoperare, permetteva la realizzazione di cose superbe) e, cosa indispensabile, dell'apprendimento dell'uso della lima da ferro, perlomeno a livelli accettabili. La mia avventura, da autodidatta, per dominare il ferro con la lima, sarebbe degna di un libro del tipo: “Lo Zen e l'arte della limatura del ferro”. Il discreto successo ottenuto mi fu di conforto per affrontare il lavoro che mi ero proposto. Le forme nelle quali l'idea si realizzò furono suggerite, anche, dal materiale che avevo a disposizione, il quale, in questo caso, era rappresentato, essenzialmente, da spezzoni di putrella ad U che dettero l'impronta alla struttura portante della macchina. Da qualche anno, sul mercato si trovano bellissime macchine “blasonate” che ci permettono di fare lavori stupendi senza doverci spremere il cervello per ideare attrezzature bizzarre come la mia, però, confesso, non rimpiango per nulla il grosso impegno allora profuso: forse è proprio un piacevole massaggio cerebrale provocato dal lavoro manuale che rende così appagante il nostro “fare del modellismo” anche nei momenti, e ce ne sono tanti, in cui il nostro hobby ci pone davanti ostacoli difficili da superare. Queste mie considerazioni sono del tutto personali ma spero che non siano fastidiose e che, al contrario, qualcuno, leggendole, possa sentirle anche sue e che ciò contribuisca a rendere meno “impersonale” l'atmosfera degli incontri sul forum. Ora basta, mi accorgo che ho chiacchierato troppo!!! Correvano gli ultimi anni settanta quando questa macchina fu costruita e, nel corso degli anni, essa ha subito alcuni importanti aggiornamenti, oltre ad un un recente restauro. Augurandomi che la sua vista possa dare qualche attimo di diletto a qualcuno, posto alcune fotografie.
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