ciao, mi intrometto in questa discussione, per me, interessante
Per quanto riguarda la simulazione della calafatura, pur rispettando il metodo Frolich, ed i modellisti che lo adottano, vorrei capire se, carteggiando la carta velina, che rimedio ci sarebbe se la velina si staccasse, magari per un incollaggio non proprio esatto, o vuoi per un listello non proprio calibrato bene, io adotto un sistema molto più semplice, a seconda della scala del modello, e vedo che funziona, un sistema vecchio più di me, che adesso, con le vernici ad acqua, è ancora più semplice, e cioè tingere la costola di nero, viene bene, e non ci complichiamo la vita, eppoi, la colla, sempre che si voglia incollare la costola, prende molto bene, io non conosco la colla alifatica, senz'altro sarà ottima, ma io sono all'antiva ed adopero una buona colla vinilica, per quanto riguarda le caviglie, quelle che erano di legno, le trafilo, non le faccio quadrate, e quelle che erano di ferro, invece di andare con il brunitore sulla testa col rischio di macchiare il legno, pur precisi che si possa essere, perchè non rifarle in ferro? basta scaldarlo, per brunirlo, ma, nell'economia del modello, a parte il volere riprodurre il più fedele, visto c anche di ottone non erano, perchè non usare il legno? un saluto
nostromo ha scritto:
Ciao Carlo, per quanto mi riguarda, in un modello d'arsenale io cerco per quanto possibile di operare con materiali compatibili tra loro: legno incollato con alifatica, tutto ciò che era in metallo lo faccio in ottone saldando non incollando, e sto rimediando il bronzo per i ferramenti del timone, cordame solo di cotone egiziano colorato con colori naturali, e se faccio le vele, lino se la scala me lo permette, oppure la pelle d'uovo che usa il buon Fissore, alla fine tratto il tutto con una ricetta di gomma lacca ed una ricetta di cera che mi ha suggerito Simona Aglitti, e la cera si può passare anche sul cotone dei cordami, questo perchè desidererei che nel tempo il modello rimanesse quanto piu possibile come l'ho fatto. Ovviamente per durare un tale modello non può prescindere dalla teca, sarebbe troppo appetibile per qualunque insetto. Detto questo cerco anche di renderlo solido, proprio per lo stesso motivo. La calafatura la simulo con il metodo Frolich, cioè incollo su una faccia del corso del tavolato del ponte o del fasciame dell'opera viva, della carta velina nera che ho trovato in abbondanza nelle cartolerie piu fornite. L'effetto è molto intrigante e la carta velina è abbastanza "naturale" e si carteggia benissimo, e se vuoi più spessore la metti doppia. la chiodatura, in genere la faccio con chiodi o filo in ottone dove non erano coperti dai tappi di legno, cioè serrettame ed opera morta, dove invece venivano coperti con tappi in legno, ponti e opera viva metto cavicchi in noce che taglio con una taglierina che mi sono procurato e opportunamente modificato, riesco a farli anche di pochi decimi, sono quadri ovviamente, ma è decisamente meglio di tondi, perche una volta inseriti, ovviamente gli fai la punta, con leggeri colpi di un piccolo martello nel foro tondo, non escono più. Non mi piace simulare la chiodatura con stucchi o cose varie, proprio perchè chiodando e incavicchiando ho la ricercata robustezza. C'è da dire che il colore dell'ottone non mi soddisfa più, anche se si può brunire, per il Bonhomme Richard credo che al posto dell'ottone usero un filo d'acciaio che si usa in chirurgia e non arrugginisce, ne ho di due misure, 0.5 & 0.7, ma con una trafila da gioielliere lo posso ridurre come voglio. lamierino tra i corsi? mi pare improbabile, e il pennarello nel tempo svanisce...vedi tu, ognuno ha i propri metodi.
YO
P.S. in scala 1/36 credo tu possa fare tutta la chiodatura e l'incavigliatura, senza simulare nulla.