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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 23/09/2011, 17:47 
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Arieccomi con la quinta puntata:

DRAFTING SHIP PLANS - quinta puntata
Pagg.49/52
Come al solito non vi faccio la traduzione integrale, forse qualcuno l’avrà fatta e se vorrà la pubblicherà in qualche modo.
Nulla da dire sul disegno della chiglia fatto dall’Autore, non ci sono problemi tecnici relativi al cad.
Come al solito mi permetto, però, alcune considerazioni e spero anche chiarimenti.
Facciamo un passo indietro. L’Autore ad un certo punto della sua trattazione porta in scala reale il suo disegno, cioè scala 1:1 e questo lo può fare perché il disegno originale dallo stesso fotografato riporta l’esatta misura tra le verticali di prua e poppa. Se invece vogliamo copiare un disegno di Boudriot ad esempio possiamo non farlo.
Di autori che hanno disegnato e descritto il loro modello con le misure reali, per in-tenderci scala 1:1, ne conosco uno: David Antscherl -se non sbaglio canadese- che ha pubblicato tre volumi dal titolo: The Fully Framed Model, HMN SWAN CLASS SLOOPS 1767-1780 che naturalmente ho. Presi anche il disegno ed il cd con le coste ed altri particolari e, in un momento di follia, anche copia dei disegni originali custoditi in un museo inglese, ora non ricordo quale. Vi assicuro che ho avuto qualche brivido a guardare queste copie di originali, con scritte a mano con bella grafia. Sono navi di sesto rango e fa parte della classe Swan (cigno) il Fly che forse è il più conosciuto ed è anche venduto in scatola da Amati.
Disegnare e ragionare in scala 1:1 ha i suoi pro e, come al solito, i suoi contro. Antscherl nelle descrizioni che fa del suo modello nei tre volumi riporta sempre le misure reali 1:1 ovviamente misure Imperiali (piedi,pollici ecc.). Mi innamorai del progetto e per ovviare alle difficoltà “misurative” mi costruii un foglio di calcolo con Excel con tutte le misure tradotte nel nostro sistema decimale e divise 48, la scala del modello. Il progetto l’ho rimandato perchè ritenuto troppo impegnativo. Scelsi la più semplice (sic) La Belle, il resto è noto. Chiuso l’argomento scala, passiamo ad altro.
Come avrete visto l’Autore giustamente disegna i vari “pezzi” che appaiono a prua ed a poppa della nave, questi non sono disegnati sull’originale, evidentemente il Nostro ha una buona conoscenza di come erano costruite le navi in quel periodo in Inghilterra, beato lui! Noi poveri mortali dobbiamo arrangiarci e se possibile avere a disposizione alcune pubblicazioni sia per navi Inglesi che per quelle Francesi.
Per le francesi siamo fortunati, abbiamo i 4 volumi del 74 cannoni tradotti in italiano da Giovanni Santi-Mazzini, autore Jean Boudriot, non vi illudete il traduttore è un pozzo di scienza per quanto riguarda termini “marinareschi” e la lettura,anche se in italiano, ogni tanto sembra che sia un’altra lingua, bisogna applicarsi alquanto per capire qualcosa, comunque la ritengo un’opera fondamentale.
In lingua inglese conosco ed ho tre libri tutti della casa editrice Conway:
1) The construction and fitting of the SAILING MAN OF WAR 1650-1850 autore Peter Goodwin
2) The arming and fitting of English ship of war autore Brian Lavery
3) The Masting and Rigging of English ships of War 1625-1860 autore James Lees
Naturalmente lungi da me dire che queste pubblicazioni sono veramente indispensabili, sarebbe un incitamento ad uno sfrenato consumismo che dati I tempi non è assolutamente opportuno. Però farci un pensierino, un cinema o una pizza in meno, uno o due volumi all’anno si possono acquistare, approfittando anche di onomastico, compleanno, Natale ecc. . Non sono di facilissima consultazione, sono peraltro in inglese, contengono molte tabelle di dimensioni varie secondo le diverse epoche. Faccio un esempio: dal 1700 al 1750 la chiglia era lunga piedi e pollici x per una determinata classe di nave e moltissimi altri “pezzi” della nave sono proporzioni (frazioni) di detta misura. Insomma bisogna lavorarci, ci vorrebbe qualcuno che impostasse un bel foglio di calcolo con Excel ed avere la misura finale con il nostro sistema decimale. Mi direte: ce l’abbiamo, è un pazzerello che si chiama Mario….SCORDATEVELO!!!!
Le pubblicazioni che ho citato vengono considerate dagli esperti (non solo da me) opere fondamentali per pazzi come noi.
Dimenticavo, tutta la biblioteca in mio possesso l’ho costruita in molti anni, un po’ per volta, non mandate in fallimento il bilancio familiare…e cercate su internet, si trovano molti trattati originali dell’epoca “a gratis”. Conosco il forum di G.Delacroix dove c’è una sezione apposita, purtroppo in francese.
Altro non saprei dirvi, in altra sezione del nostro Forum potrete leggere le difficoltà che si incontrano nel reperire dati certi di una nave, anche famosa, di cui non si sono conservati i disegni originali e non si riesce a capire quale sia la sua lunghezza effettiva. Gioie e dolori di chi non si accontenta di costruire una nave già disegnata bene da personaggi come J.Boudriot, Delacroix, Antscherl ed un altro signore di cui non ricordo il nome che ha disegnato il Bounty e la Victory (disegni costosissimi, non li ho).
La ricerca di dati su di una nave è una parte molto interessante del nostro hobby.
Ora vi lascio, mi raccomando Pino, non perderti questa puntata della telenovella……
Ciao a tutti
Mario.

Torino, 23/9/2011

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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 23/09/2011, 17:48 
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e il pdf? Eccolo
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DRAFTING SHIP PLANS-5.pdf

Mario


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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 24/09/2011, 16:38 
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DRAFTING SHIP PLANS - sesta puntata
Pagg.53/64

Permettetemi una digressione: dopo aver letto la prima puntata sulla trattazione del cad 3D di Piero Chiavaroli alias Archimede 1953, quasi quasi mi vergogno a portare avanti queste mia note, perdonatemi, ho preso un impegno e cerco di concluderlo al meglio. Chiuso l’argomento.
In questo capitolo l’Autore entra nel vivo del disegno: le coste e i “cant frames” che sono quelle coste particolari che si trovano a prua ed a poppa della nave, e che non sono collocati a 90° rispetto alla chiglia, ma ad angoli variabili.
Al riguardo è opportuno precisare che i “cant frames” sono una peculiarità delle costruzioni inglesi (v/foto pag.56). I francesi, in genere a prua usavano gli scalmi di cubia ed a poppa dei riempimenti vari anche curvi, in inglese Fashion frames. Chi ha il 1° vol.del 74 cannoni può dare una occhiata.
Osservo che in alcuni casi il Nostro si discosta dal sistema che ho definito geometrico e comincia a misurare in qualche modo, non può fare altrimenti. Naturalmente bisognerebbe capire bene cosa riporta il disegno fotografato altrimenti bisogna supplire con conoscenze personali di cui ho parlato in precedenza.
Le foto a pag.57 forse chiariscono meglio come è fatto l’originale.
Poi vengono disegnati i portelli dei cannoni, al riguardo ricordo che i lati degli stessi devono essere perpendicolari alla chiglia, mentre le soglie seguono la curva dei ponti.
Il capitolo si chiude con il disegno delle altezze dei madieri e dei vari scalmi (serviranno a disegnare le singole parti delle coste). Chi ha buona memoria ricorderà che ho ridisegnato per la mia La Belle, correggendo anche le coste, tali altezze rendendole “fair”.
Per questa mattina, sabato, mi sembra che basti. Vi confesso che voglio finire la trattazione entro domani, domenica, perché da lunedì vado “in ritiro modellistico” e rimetterò mano al pero, alla sega, polvere ecc., non vedo l’ora di lasciare per un po’ le teorie e passare al pratico.
Ciao a tutti,
Mario
Torino, 24/9/2011 (ore 13,57)

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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 24/09/2011, 18:12 
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DRAFTING SHIP PLANS - settima ed ultima puntata
Pagg.65/79

LOFTING FRAMES – traduco liberamente: disegnare le coste

The square frames – ovvero le coste senza quartabuono, quelle centrali v/pag.65.
L’Autore inizia dalle coste centrali, quelle che non hanno quartabuono (bevel) perchè sono le più semplici da disegnare. Usa il già collaudato e descritto metodo geometrico, dopo aver risistemato i disegni. Per evitare confusioni usa diversi colori (potrebbe usare le layers –ndt). Poi disegna l’inizio e la fine dei madieri (buttock line-madiere sotto - futtock line-madiere sopra ed inizio degli scalmi di madiere o ginocchi). E continua per gli altri scalmi. Dopo ciò disegna delle polilinee passanti per i punti in precedenza definiti ed infine congiunge le intersezioni con una spline. Fatto questo disegna le linee che definiscono “i tagli” tra il madiere e gli altri scalmi ed ottiene il profilo esterno della costa (pagg.66-70).

Disegna la parte interna della costa (pag.70-71) seguendo il suo metodo.

Attenzione a “Nothing” (pagg.68-69) . l’Autore ammette, per la parte interna delle coste, di non avere informazioni sul disegno originale e quindi bisogna fare delle ricerche (qui mi fermai per il 74 cannoni, non avendo dati certi e non sapendo ove cercarli, probabilmente una lettura più attenta dei volumi mi avrebbe dato la risposta. Ma questa è un’altra storia).

Le immagini di pagg.70-71 sono abbastanza chiare e comprensibili.

A pagg.71-73 abbiamo la scomposizione dei singoli “pezzi” che compongono la costa, disegni che riportati sul legno e ritagliati ci consentono di costruire (finalmente) la/le coste, quelle senza quartabuono o bevel.

A pagg.73/79 viene descritto come ottenere il quartabuono o bevel sulle altre coste e sulle cant frames. Leggere…capire…applicare e…..fare sapone!!! Come volgarmente si diceva una volta.

COMMENTO PERSONALE (MOLTO PERSONALE)

Cari Amici, la trattazione di Kempson l’ho trovata molto interessante, ho imparato, no diciamo meglio ho avuto cognizione di un altro modo di affrontare la questione “disegno di una nave” partendo da un trittico, come ho già detto: tutte le strade conducono a Roma….l’importante è arrivarci nel modo più facile e veloce.

Personalmente difficilmente, in caso di bisogno, seguirò il suo sistema, non perché non lo ritenga valido, anzi, ma semplicemente perché mi è più facile seguire il mio o meglio quello che conosco già, ma che non ho inventato io. Ho accennato di cosa si tratta. Chi lo dovrà fare per la prima volta potrà decidere quale scegliere. Entrambi abbisognano di attenzione e sono noiosi per operazioni ripetitive e comportano tempo per cui non saprei consigliare in merito. Ci vorrebbe qualcuno, che conoscendo già il cad, segua i due metodi e poi confronti i risultati ed il tempo impiegato. Naturalmente lo considererei un PAZZO, molto di più di quello che già siamo noi poveri modellisti od aspiranti tali.

Vi chiedo scusa per la trattazione un po’ succinta, ma non me la sentivo di fare una traduzione integrale e poi avrei dovuto spiegare passo-passo i vari comandi AutoCad ed andavamo a finire a qualche centinaio di pagine ed immagini. Insomma un’opera non alla mia portata. Certo che se avessi venti anni di meno…mah, forse è una scusa.

Se non sbaglio vi ho già detto che il mio uso attuale del cad si limita a razionalizzare e normalizzare ottimi disegni altrui, per disegnare come ha fatto Kempson ci voglio conoscenze di base che non ho e diciamolo, pur sapendo dove cercare aiuto, non ne ho voglia, non si raggiungerebbe mai la certezza di come era disegnata e costruita una certa nave. Accontentiamoci.

Un caro ed affettuoso saluto a tutti e buon lavoro,
Mario

Torino, 24/9/2011 (ore 17,52)

P.S.: se non avessi fatto questo riassunto, conoscendomi, forse non avrei letto con attenzione il trattato di Kempson, per cui ringrazio Salvatore e Bruno che mi hanno invogliato.

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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 24/09/2011, 18:18 
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fino all'ultimo dimenti il pdf, sono incorreggibile o meglio...rinco...
Eccolo
Mario

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MessaggioInviato: 24/09/2011, 20:34 
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COMMENTO PERSONALE (MOLTO PERSONALE)
Mario ha scritto......
Cari Amici, la trattazione di Kempson l’ho trovata molto interessante, ho imparato, no diciamo meglio ho avuto cognizione di un altro modo di affrontare la questione “disegno di una nave” partendo da un trittico, come ho già detto: tutte le strade conducono a Roma….l’importante è arrivarci nel modo più facile e veloce.
Mario
Torino, 24/9/2011 (ore 17,52)
P.S.: se non avessi fatto questo riassunto, conoscendomi, forse non avrei letto con attenzione il trattato di Kempson, per cui ringrazio Salvatore e Bruno che mi hanno invogliato.[/quote]

Carissimi Mario e Salvatore,
il mio pungolo a queste titaniche iniziative ( opera di Wayne Kempson ) elaborata da Mario seppur con i limiti delle difficolta di elaborazione e con i non pochi meriti...... hanno dato comunque dei frutti immediati e che daranno ancora in futuro preziosi consigli.........quando col il tempo a disposizione uno potrà rileggerli e documentarsi.
Io sono di quelli che alla lunga qualche volta ci arriva ...... per ora dico solo grazie Mario se puoi continua cosi.
a presto
bruno b.[color=#BF0000]


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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
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Grazie Bruno,
Ciao
Mario

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Come sempre Mario...
semplicemente un Ottimo lavoro!
Ti ringrazio per la tua dedizione e gentilezza nell'esporre e nel condividere tutta la tua sapienza!
Grazie!
:P
Un Abbraccione
Andrea M.

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Grazie anche a te caro Andrea. Anche se non nei minimi particolari ho comunque scritto qualcosa che potrà essere utile ai neofiti, che è quello che mi interessa di più, mi scusino quelli che già sanno!
Ciao
Mario

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 Oggetto del messaggio: Re: Disegno dei Piani di una Nave
MessaggioInviato: 29/06/2012, 13:32 
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Un Amico mi ha comunicato che con la sua versione 2010 di AutoCad non riusciva ad avere le iconcine che ho fatto vedere nello "spiegone". Effettivamente ho omesso questo particolare, chiedo venia e rimedio con il file pdf che allego.
Scusatemi e buona estate....
Mario
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appendice 2.pdf


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