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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 24/07/2009, 9:54 
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Si comincia a vedere qualcosa di interessante

06 Immagine

07 Immagine

Altra immagine di colline ondulate ...

08 Immagine

L'ultima del gruppo, finalmente le due parti dello scafo sono state entrambe levigate, ora inizierà l'ultima fase ... sarà argomento di un prossimo messaggio. Salutoni. Jack.

09 Immagine


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:35, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 27/07/2009, 10:30 
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Questo è un piano del modello qui presentato. I piani sono in scala 1:48 e il veliero ha, in questa scala, le seguenti misure:
Lunghezza cm.90
Lunghezza scafo cm. 62
Larghezza scafo cm. 20
Altezza scafo cm. 20
Altezza totale cm 120
Il modello in costruzione è stato invece riprogettato in scala 1:36, quindi leggermente più grande.

Immagine

Ulteriore lavoro per livellare le costole dell'estrema poppa e, ultimato questo altro punto, le due metà dello scafo sono state completamente lavorate e hanno assunto la loro forma pressochè definitiva.

Segue un test per verificare il corretto andamento delle linee dello scafo. Si utilizza quindi un listello per assicurarsi che non ci siano ondulazioni o imperfezioni. Questa operazione di controllo deve essere eseguita su tutti i punti dello scafo.
Se vi si rilevano delle imperfezioni, queste devono essere corrette aggiungendo degli spessori di legno della dimensione adeguata e, una volta che la colla è completamente asciutta, carteggiare quanto occorre per pareggiare la superficie. In caso di eccedenza, invece, occorre semplicemente rimuovere il materiale in più sempre carteggiando.

Va da sè che questo lavoro di finitura di fino è eseguita con strumenti manuali. Questa operazione di controllo è molto importante perchè è quasi impossibile che venga fuori uno scafo "perfetto" dopo tutto il lavoro fatto in precedenza, sia per possibili errori nei disegni che di lavorazione.

Dunque è solo dopo questa operazione finale che possiamo considerare definitiva la forma dello scafo del "Le Mercure".

Se analizziamo con attenzione le quattro immagini che seguono potremo facilmente individuare le zone che hanno dovuto essere corrette aggiungendo spessori di legno.

01 Immagine

02 Immagine

03 Immagine

04 Immagine


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:36, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 27/07/2009, 10:31 
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Se qualcuno pensa che ormai il lavoro sia finito rimarrà probabilmente deluso. Credo non sia sfuggito a nessuno che le varie costole erano state assemblate con una sofisticata tecnica di fissaggio alla base di costruzione per le "costole di rinforzo" e con l'aiuto di piccoli perni di legno (probabilmente stecchi "Samurai") per tutte le altre, in modo da ottenere un insieme stabile e rigido. Quindi è seguito il processo di levigatura.

A questo punto la parte esterna dela scafo è a posto, rimane da sistemare la parte interna, che deve essere ridotta di spessore sopra la linea del ponte.

Quindi a questo punto l'intero semi scafo viene completamente disassemblato, partendo dalla prua e dalla poppa e avanzando verso centro nave. Quindi ogni costola viene ridotta di spessore e quindi definitivamente riassemblata, questa volta usando finalmente la colla ...

Sfortunatamente non ci sono immagini che documentano il lavoro di riduzione dello spessore interno, ma credo che si possa abbastanza facilmente intuire quale sia il procedimento. Non credo che sia stato comunque una banalità ...

Le immagini che seguono documentano l'operazione di disassemblaggio del semiscafo.

01 Immagine

02 Immagine

03 Immagine

Per ultimo ho contattato il nostro MacTavish per avere delle risposte alle varie domande che erano state poste in questa discussione sull'opportunità di utilizzare questo metodo, laborioso e complesso, al posto di quelli più spesso da noi utilizzati. La prima citazione è il testo del mio messaggio, nel quale chiedo lumi. Non ho ritenuto di tradurlo in italiano per "fallunnoneria" ... Buona lettura ... Jack.

Cita:
Hi MacTavish,

I'm following with GREAT interest you topic because it is the first attempt I've found to explain in deep this "quite unknown" technique to build a ship hull. My interest is so great that I'm maintaining a similar topic on a italian forum and I'm using many of your images to explain the method.

This method is practically unknown to the major part of italian modelers and the thread is followed with interest . . . . and I also receive some comments about this "new" method.

The most recursive question is the following: which are the advantages deriving by using this method vs the classical POB method ? Why shall I work so hardly and spend so much time to obtain a quite similar result ?

So, as you can understand there is some kind of scepticism. My personal opinion is that if a master shipmodeler such as Dr. Michael and many other modelers from the ex-URSS countries are using this methos there should be GREAT hidden reasons that apparently aren't easy to discover.

Can you explain some of them ? Many thanks in advance and, please, continue to document regularly your excellent work. Regards. Jack.


Ho ricevuto alcune risposte, che pubblico integralmente.

Cita:
Perhaps I can give a few shots:

It is difficult to bevel the frames on a POB: you have to do this on eyesight, especially at the bow & stern. Using fillerblocs in those areas is fine but one should observe their symmetry.

A POB hull can warp unless the keel en bulkheads form a sturdy, rigid framework.

Fairing a bloc hull is easier & faster, certainly a half hull that is supported on a flat table, it's a stable mounted workpiece

The planking on a POB has less support, unles many frames are put in.

On a POB one has to fill the space between the inner & outerplanking (above the visible decks) and around the gunports. The latter is often done with very awkward & tedious methods and therefore I suggested the 'tube method' which I described in a previous post in this thread.

That's my take, Papillon.



Cita:
I have to agree with Papillon. Many times on my POB I had to put so many fillers, that it was almost full hull. Not to speak about solidity of model... Zarko


Ed ecco la risposta di MacTavish...

Cita:
Hi all and thanks for the comments. I am glad to know the build is being followed attentively.

Firstly, I should say that Dr Mike is the creator and the only Russian modeller who uses this technology that I know of. One of the things that impressed me most about him is his incredible creativity in discovering ways to do things - from making nails to building the decks. As you follow my build you will see a lot more of it that will continue to surprise you.

The other thing I should add is that not all Russian modellers build high quality models. We are lucky to have some great modellers on this forum but I personally saw some average to low quality models while I was in St Petersburg.

Another superb modeller who builds as good as you will find anywhere is a gentleman called Slava who lives next to Woodeater. Maybe Woodeater will be kind enough to post some photos of his work..??

Jack - the key advantages of this method of hull construction are:

1. Maximum hull strength to prevent warping over time and offer maximum strength to the subsequent final planking. (Cutting gunports is also much easier using this technology)
2. Close to exact symmetry of both halves of the hull as each corresponding frame is tested against each other
3. Each frame's shape is derived from and follows the plans exactly so you replicate the shape of the hull as closely as possible.

As an example of the hull's strength I accidentally dropped one half of my hull yesterday onto a tiled floor (it slid off of the table) after I had a few G&Ts and no damage was done at all!

By the way, Jack - can you please provide a link to this Italian forum? MacTavish


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:37, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 27/07/2009, 21:03 
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Finalmente si comincia a vedere qualcosa di interessante. A parte il nostro MacTavish in tenuta estiva e pantaloncini (o mutandoni ? all'epoca in Australia era estate) si può osservare come lo scafo abbia preso un aspetto decisamente più simile a quello che intendiamo noi.

Purtroppo tra queste immagini e quelle mostrate in precedenza c'è un "vuoto" temporale di fotografie che sarebbe stato bello poter vedere: lo svuotamento interno, l'incollatura delle costole, il ritaglio della parre superiore dello scafo. Pazienza ... anche se si può lavorare di fantasia e immaginare cosa sia stato fatto.

Comunque il modellista procede con i piedi di piombo e pone l'accento sul fatto che alcune delle costole di prua del lato destro dello scafo non sono state ancora incollate perchè ha voluto verificare un'ultima volta che le due metà dello scafo aderiscano perfettamente quando unite. Ammette di essere stato fortunato e di non aver riscontrato problemi con questo controllo e quindi ha poi provveduto ad incollare anche queste ultime.

Ora rimangono ancora da terminare le quattro frame a poppa e quindi lo scafo di base è da considerarsi completo a parte alcuni aggiustamenti di minor entità. A questo punto è stato raggiunto il numero di 450 ore di lavoro ...

01 Immagine

02 Immagine

03 Immagine

04 Immagine

Seguiranno altre tre immagini allo stesso stadio di lavorazione. Saluti. Jack.


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:38, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 27/07/2009, 21:03 
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Le tre immagini mancanti per completare la serie precedente.

05 Immagine

06 Immagine

07 Immagine


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:41, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 01/08/2009, 0:27 
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Ulteriori piccoli progressi sono stati fatti ....

Ora, per completare lo scafo di base rimangono da fare:

a - fissare e incollare le ultime 5 frame di poppa alle quali poi si fisseranno il dritto di poppa e le gallerie;

b - dare una bella levigata con carva abrasiva all'interno dello scafo, sopra la linea del ponte, così che il successivo fasciame delle murate interne possa essere applicato senza nessuna ondulazione.

Dopo di che avremo raggiunto un punto della costruzione veramente interessante: l'inserimento di un "Main Reference Deck (MRD)" (il ponte visibile più basso) al livello circa della linea di galleggiamento. Questo ponte sarà il punto di partenza da cui verranno successivamente misurati e localizzati tutti gli elementi e le principali attrezzature del modello, quindi molto importante.


Blocchetti di riempimento a poppa, notare i piani ANCRE sottostanti ...

01 Immagine

Particolare di prua ...

02 Immagine

Ancora particolare di prua ...

03 Immagine

Lo scafo intero ...

04 Immagine

Una interessante dettaglio dell'interno delle scafo ...

05 Immagine


Ultima modifica di jack.aubrey su 13/11/2009, 20:42, modificato 1 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 03/09/2009, 23:07 
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Iscritto il: 21/12/2008, 22:52
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Località: Catania
cognome e nome: Antonio Barbagallo
Ciao Sergio
come va?
Solamente domenica prossima ritornerò a Catania, potrò così riprendere la mia solita vita; stasera mi trovo solo momentaneamente a casa e non ho resistito al voler dare una occhiata al forum trovandovi delle cose che mi hanno spinto a scrivere.
Tornando al modello del modellista russo desidero fare delle precisazioni:
-innanzi tutto le critiche che muovo verso il metodo costruttivo adottato non vogliono essere ASSOLUTAMENTE delle critiche distruttive ma solamente delle considerazioni;
-da quello che si vede nella foto il prodotto finito è di notevole valore.
Premesso questo desidero di seguito esporre quelli che io ritengo dei "contro":
-mancanza di uno scalo di costruzione- ipossibilità di avere dei punti di riferimento fissi, utilissimi
in tutte le costruzione;
-utilizzo di legno di pino, legno a bassa densità molto sensibile a temperatura ed umidità;
- "grosse" masse di questo legno soggetto a quanto esposto prima;
-il metodo potrebbe essere adottato da un modellista esperto, e ben attrezzato, ma creerebbe difficoltà non indifferenti ad un principiante.
Circa il fatto che altri modellisti adottino lo stesso metodo la cosa non mi sorprende: se Frolich, per motivi suoi, decidesse di costruire in verticale tanti adotterebbero lo stesso metodo senza neanche chiedersi il perché.
Circa il metodo utilizzato dal russo questo non è altro che, utilizzando una espressione usata in musica, che una variazione sul tema partendo dalla costruzione a "pane e burro".
La costruzione a "pane e burro" classica è quella a tavolette orizzontali longitudinali; un'altra è quella a tavolette verticali longitudinali; ve n'è una terza a tavolette verticali trasversali che è quella adottata dal russo. E qui va citata la storia del dito e della luna: se qualcuno con il dito indica la luna molti guarderanno il dito mentre altri guarderanno la luna, e quello che vi è intorno.
Se utilizzerai tavolette trasversali sottili e tra queste interporrai dei fogli di compensato da eliminare a lavoro ultimato otterrai un modello in ammiragliato.
Il metodo che ho adottato circa trenta anni fa l'ho descritto circa un anno fa su due articoli che puoi trovare su Magellano. Manca un servizio fotografico.
Se la cosa può interessarti sto per iniziare un modello che stavolta documenterò fotograficamente passo passo.
Spero che avremo la possibilità di continuare questa discussione
A presto e con stima
antonio b


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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 04/09/2009, 9:14 
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Iscritto il: 21/05/2009, 17:00
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Località: quartu s. e. (cagliari)
cognome e nome: giovanni
Salve a tutti ed un saluto particolare ad Antonio,

condivido quanto espresso da Antonio. Mi sembra un pane e burro in verticale e nulla di più con tutte le preoccupazioni del futuro per la durata del modello (pino di svezia ?, ma sherziamo !).

Attendo la ripresa dei lavori (articolo sui disegni) da parte di Antonio.
Attendo con molta trepidazione il prossimo inizio lavori di Antonio e la volontà dichiarata di voler illustrare passo passo il suo lavoro. Finalmente imparerò l'autocostruzione e l'ammiragliato in una botta unica !.
Buon lavoro a tutti.

giovanni

_________________
giovanni

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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 05/09/2009, 13:45 
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Messaggi: 1854
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Un grande saluto post vacanze a tutti voi. Pur avendo pronto altro materiale ho avuto leggermente da fare in questo periodo quindi non ho inserito nulla di nuovo. Sono contento che comunque vi siate fatti vivi in quanto questo fatto dimostra che comunque sia, favorevoli o contrari, questa tecnica un poco di interesse lo genera.

Mi coglie in contropiede l'affermazione che il legname utilizzato può essere un fattore di "rischio" in quanto l'autore del modello mi aveva assicurato che questo metodo ha tra i suoi punti di forza una decisa resistenza ed indeformabilità tale da giustificare utilizzo di legname stagionato si, ma di tipo normale. E' vero che il pino o l'abete non è un legno pregiato e resistente come altri legnami ma comunque e sempre un legname utilizzatissimo in molti settori lavorativi. Pensate comunque che successivamente avverrà l'applicazione del fasciame vero e proprio, comunque . . .

Cita:
Se utilizzerai tavolette trasversali sottili e tra queste interporrai dei fogli di compensato da eliminare a lavoro ultimato otterrai un modello in ammiragliato.
Il metodo che ho adottato circa trenta anni fa l'ho descritto circa un anno fa su due articoli che puoi trovare su Magellano. Manca un servizio fotografico.
Se la cosa può interessarti sto per iniziare un modello che stavolta documenterò fotograficamente passo passo.
Spero che avremo la possibilità di continuare questa discussione

Sono veramente ansioso di leggere questi articoli e sopratutto di vedere il servizio fotografico del nuovo modello che spero inizierai presto. Vado subito a ricercarli. Un cordialissimo saluto a tutti. Jack.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le Mercure - Tecnica costruttiva dello scafo
MessaggioInviato: 06/09/2009, 20:11 
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Tanto per gradire. Vi ricordate la primissima immagine mostrata in questa discussione che è servita come esempio per anticipare il risultato del lavoro descritto in seguito passo per passo ?

Ebbene quello era lo scafo del vascello di linea francese "Rivoli" che Mikhail Bezverkhniy (l'ideatore di questo metodo) sta attualmente costruendo.

La foto che segue mostra nel frattempo cosa è venuto fuori dalle mani del nostro maestro in questo periodo.

Immagine

Saluti. Jack.Aubrey


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