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La Belle - Hachette - Il cantiere di OLI http://forum.magellano.org/viewtopic.php?f=30&t=3023 |
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Autore: | OLI [ 21/06/2019, 18:58 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Belle - Hachette - Il cantiere di OLI |
Desidero fare copia incolla di un intervento di matiz che ha realizzato il 74 cannoni modello che ha ricevuto notevole successo e diversi premi. Sappiate che l'ha ricavato da un albero di pero regalatogli da un amico che purtroppo morì. Sono certo che tanta magnificenza è stata ottenuta in quanto quel amico dall'aldilà gli ha guidato la mano. Andate a vederlo in forum modellismo net perchè merita veramente Volevo ritornare un attimo sul discorso della valutazione dei modelli. I tre criteri che vengono presi in considerazione sono: - Fedeltà costruttiva - Qualità del lavoro - Mole di lavoro va da se che un modello costruito in arsenale, senza omissioni di particolari e con una ricerca costruttiva alle spalle, avrà qualcosa in più rispetto ad un modello semplificato nella sua struttura, anche se poi il risultato finale è pressochè uguale, per questo fa fede il dossier costruttivo ed il disegno da presentare assieme al modello in fase di valutazione. La qualità del lavoro tiene conto, o dovrebbe tenere conto, della precisione della costruzione e del suo aspetto estetico generale, l'uso di materiali appropriati, ed, ovviamente, della scala del modello, senza voler offendere nessuno, un conto è costruire per esempio in scala 1:24, un conto è costruire in scala 1:48, diverso è costruire in scala 1:56 Sulla mole di lavoro ho visto alcune, secondo me, incongruenze, e comunque non si può dare il massimo del punteggio come mole di lavoro a chi presenta, per esempio, solo tre lanterne o una sezione, rispetto a chi presenta un modello intero più o meno impegnativo, da una ventina d'anni il range per ottenere la medaglia d'oro si è ristretto a 5 punti, da 96 a 100, prima il range era di 10 punti, e, secondo me, era più equa la valutazione. Per mia considerazione personale, quindi, una valutazione equa parte innanzi tutto dalla scala di costruzione, poi dalla mole di lavoro, poi dalla fedeltà costruttiva. Questo, ovviamente, per chi crede in queste cose. Io potrei essere quello che si potrebbe vantare più di tutti, visto che, presentando il 74 cannoni 4 volte nel corso degli anni, a Porotto (Ferrara), a Corciano (Perugia), a Besana e questa volta a Perugia, ho sempre ottenuto il punteggio più alto della manifestazione, ma chi mi conosce, e qualcuno che mi conosce, c'è, sa benissimo che delle medaglie non mi interessa niente, dovevo partecipare anche a due mondiali, ma non ci sono andato perchè organizzati in posti improbabili in paesi dell'est, quello che mi è sempre interessato è stata la diffusione della filosofia del modellismo d'arsenale, la sua accettazione a livello di federazione, il riconoscimento di un lavoro e di una ricerca importanti, una valutazione equa, dopo la mia partecipazione a Ferrara dove fu sottolineato che il mio modello era il primo modello in arsenale presentato ai campionati, dalla edizione successiva fu creata una sezione apposita, la C3DA per raccogliere tali modelli, questa sezione è solo a livello nazionale e non internazionale, dove tutti i modelli sono riuniti nella solita C3D. Delle medaglie, ognuno fa quello che crede, chi le incornicia col diploma, chi se ne vanta, chi le mette dentro la teca del modello con le legende, chi, come me, le ha messe tutte dentro una coppa ad impolverarsi, posso capire l'euforia di qualcuno che è la prima volta che partecipa, ma credo che alla fine, quello che conta sia la costruzione, la gratificazione, un campionato può essere luogo di incontro e di scambio, la medaglia è solo un gioco. Queste credo siano le parole giuste per definire un lavoro in arsenale. Grazie Matiz anche se io non sarò mai in grado nemmeno di copiare il più semplice dei tuoi particolari. |
Autore: | OLI [ 01/07/2019, 10:30 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Belle - Hachette - Il cantiere di OLI |
A seguito di queste mie osservazioni mi è stato consigliato di studiare i problemi dal volume: ELEMENTI DI ARCHITETTURA NAVALE DI H.L.DUHAMEL DU MONCEAU - 1758 II edizione , confermato dal Boudriot e Berti, che ho subito ordinato al mio libraio fornitore. Il TRATTATO PRATICO DI COSTRUZIONE DEI VASCELLI è a pieno titolo la più celebre delle opere francesi sull’architettura navale. Duhamel du Monceau, nominato ispettore Generale della Marina nel 1739, nel 1741 creò e diresse la Scuola della Marina a Parigi fino alla data della sua morte, che avvenne nel 1782. Avendo notato che la maggior parte dei costruttori lavorano a casaccio e senza alcuna regola, l’autore redisse quest’opera con la speranza di togliere il “segreto dei costruttori”, fino ad allora gelosamente custoditi per preservare la posizione acquisita da alcune famiglie. Tre quarti di secolo dopo il saggio di Dassié, Duhamel du Monceau ci dà il primo ed autentico trattato di costruzione navale stampato (*). La prima edizione datata 1752, è formata da nove capitoli che trattano la carpenteria, le proporzioni dei vascelli, la concezione della nave, i metodi adottati dai costruttori, la pesantezza (gravità, ndt) del vascello, il volume che deve avere una carena per l’idrostaticità ed infine l’idrodinamica. Il successo è immediato e considerevole (l’opera viene subito tradotta in inglese), questa prima edizione è seguita immediatamente da una seconda, pubblicata nel 1758 alla quale l’autore aggiunge un decimo capitolo che tratta la stabilità della nave. Quella che vi proponiamo è la seconda edizione, perché più completa e più ricercata. Il trattato indirizzato ai giovani costruttori e alle guardiamarina (allievi ufficiali) è sostanzialmente pratico, in quando ha avuto il contributo di costruttori, ma il merito più grande di Duhamel du Monceau è di esporre, in una pubblicazione stampata e accessibile a tutti, i calcoli fondamentali dati dai piani, che sono il supporto indispensabile per il ragionamento e l’avviamento ad una costruzione. I principi essenziali esposti nel libro, basati sulla descrizione precisa delle maestranze del cantiere, saranno all’origine dei progressi della scuola di architettura navale francese. Opera di base, gli Elementi di architettura Navale non deve mancare nella biblioteca dell’amante della marina. Auguriamo, proponendo questa ristampa , che questo libro diventi indispensabile al lettore. Mi sembra un volume interessantissimo. |
Autore: | OLI [ 18/07/2019, 10:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Belle - Hachette - Il cantiere di OLI |
Avanti con la chiesuola. Eccola al grezzo. La parte frontale la debbo ancora concepire. Insomma!!! |
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